Prestito con un tasso usuraio del 144,8%, condanna definitiva per i Merenna

La Corte di Cassazione

Condanna definitiva per i Merenna. Padre e figlio. Un anno e quattro mesi di reclusione e duemila euro di multa per usura ai danni di un imprenditore di Formia. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei due.

Antimo ed Erasmo Merenna, legali rappresentanti di una società di stamperia formiana, sono stati denunciati alla Guardia di Finanza nel giugno 2011 dal legale rappresentante di un’altra società che da loro, ha affermato la vittima anche in udienza, essendo in stato di bisogno, aveva ricevuto un prestito in contanti di 10.500 euro salvo poi vedersene chiedere indietro 12mila, nel giro di poco più di un mese, con un tasso di interesse calcolato nel 144,84% annuo.


La difesa ha sostenuto che la denuncia era strumentale, finalizzata a volgere a favore della vittima un contenzioso civile in corso. Tesi che però non ha convinto i giudici.

Il gup del Tribunale di Latina, Nicola Iansiti, ha infatti condannato Antimo ed Eramo Merenna, di 70 e 41 anni, e la sentenza di condanna a un anno e quattro mesi di reclusione è stata confermata dalla Corte d’Appello di Roma e ora resa definitiva dalla Corte di Cassazione.

Erasmo Merenna, inizialmente esponente di Forza Italia, poi passato al Pd nell’ultima giunta di Michele Forte, era stato consigliere comunale nelle file del Pdl.

Di lui si era occupato anche il settimanale L’Espresso che ne aveva pubblicato una foto proprio poco prima delle elezioni in cui, in un bar di Formia, si era fatto immortalare abbracciato a Katia Bidognetti, figlia di Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e mezzanotte, boss dei Casalesi, poi arrestata dall’Antimafia. Un’immagine per cui l’ex consigliere si era giustificato dicendo di non conoscere l’identità della donna.