Sono ben diciannove i medici in servizio presso le strutture ospedaliere dell’azienda pontina rinviati a giudizio con l’accusa di truffa.
Nonostante percepissero un’indennità ammontante a circa mille euro mensili per l’esclusiva con l’ASL, svolgevano contemporaneamente l’attività in strutture private o presso i propri studi, di fatto violando gli obblighi contrattuali con l’azienda.
Ad ogni professionista, sui cui i NAS hanno messo gli occhi a gennaio del 2016, quando hanno acquisito copie delle fatture emesse per l’attività professionale svolta senza autorizzazione, viene contestata una cifra tra i 10.000 e i 20.000 euro indebitamente percepiti.
L’azienda si è costituita parte civile.