Omicidio Del Prete, il procuratore generale chiede lo “sconto” solo per Blindo

Omicidio Del Prete a Borgo Hermada

Chiesto lo sconto di pena solo per “Blindo”. Il procuratore generale, terminata la sua requisitoria nel processo d’appello per l’omicidio del terracinese Vincenzo Del Prete, ha chiesto la conferma delle condanne all’ergastolo per il presunto mandante del delitto e il presunto intermediario, Marino Cerasoli e Roberto Bandiziol, mentre ha chiesto la riforma della sentenza e la sostituzione dell’ergastolo con 16 anni di reclusione per il secondo presunto intermediario, Cataldo Patruno, detto “Blindo”.

Per i primi due il pg ha ritenuto che non potesse essere loro concesse le attenuanti generiche e che l’omicidio del commerciante di prodotti ittici sia stato un omicidio premeditato. Relativamente a Patruno, il procuratore generale ha invece condiviso le tesi dei difensori, gli avvocati Maria Antonietta Cestra e Giuseppe Lauretti, circa l’estraneità dell’imputato alla detenzione illecita dell’arma impiegata per il delitto, che “Blindo” non avrebbe neppure visto, e circa la minima partecipazione dello stesso imputato all’omicidio.


Il prossimo 2 febbraio parleranno le difese e per il 7 febbraio è prevista la sentenza.

Del Prete, imprenditore ittico terracinese, venne ucciso a colpi di pistola davanti alla sua abitazione, a Borgo Hermada, il 18 novembre 2013. Secondo gli inquirenti il delitto venne commissionato da Cerasoli, di San Felice Circeo, per non saldare un debito che aveva con la vittima, circa 200mila euro, i killer sarebbero stati ingaggiati da Bandiziol, carrozziere di Latina Scalo, e a fare da tramite tra quest’ultimi e il carrozziere sarebbe stato l’apriliano Patruno, detto Blindo.

Cerasoli, Bandiziol e Patruno sono stati condannati all’ergastolo dalla Corte d’Assise del Tribunale di Latina.

Già condannato a 16 anni di reclusione anche Tommy Maida, di Aprilia, uno dei due presunti sicari, mentre il secondo presunto killer, Gianpiero Miglietta, si tolse la vita in carcere. Ora l’appello.