Tutto su NEO: cos’è e come funziona “l’Ethereum cinese”

La chiamano “l’Ethereum cinese”. Questa criptovaluta con base a Shanghai, infatti, è ritenuta la versione corretta e migliorata di Ethereum, di cui è ormai il principale competitor. Lanciata ufficialmente il 22 giugno 2017, NEO nasce dal rebranding di Antshares, la prima piattaforma blockchain open source sviluppata in Cina nel 2014. Ma cosa la rende così interessante e competitiva? E cos’ha in comune e in cosa invece differisce da Ethereum?

Esattamente come Ethereum (e a differenza di Bitcoin) NEO è un progetto di smart contract (cioè protocolli che facilitino, verifichino o facciano rispettare la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, in genere senza il bisogno di clausole contrattuali). Come Ethereum, inoltre, NEO vanta transazioni rapidissime e commissioni basse, a differenza di questa però, che supporta solo Solidity come linguaggio di programmazione, NEO è compatibile con linguaggi popolari come microsoft.net, Java, Go e Python, con il conseguente vantaggio di permettere ad aziende e sviluppatori di muoversi utilizzando le tecnologie che già conoscono,
senza dover imparare per forza un nuovo programma.


Non solo: NEO scommette molto sulla digitalizzazione di altri tipi di asset che consentano, per esempio, di certificare atti senza bisogno di rivolgersi a un notaio: il tutto sempre nella direzione di eliminare quanti più intermediari possibili. Altro cardine della criptomoneta di Shanghai è il rafforzamento dell’identità digitale e della riservatezza dei dati, tramite naturalmente algoritmi crittografici, indecifrabili persino – a quanto si dice – da un computer quantistico.

Oltre agli obiettivi di agilità, rapidità e garanzia di sicurezza, un punto di forza di NEO è senza dubbio GAS, una seconda criptovaluta che viene periodicamente regalata a chiunque possieda qualche NEO nel proprio portafogli virtuale (circa 1 GAS ogni 10 NEO). Un bel vantaggio, perché solo rivendendo i GAS ottenuti è possibile guadagnare in un anno circa il 7% di quanto si era investito in NEO.

Questa promettente moneta digitale è dunque potenzialmente in grado di accaparrarsi l’enorme bacino degli utenti cinesi e, in genere, asiatici. Sarà anche per questo che, nonostante il 22 gennaio non sia stata una giornata ottima per l’Ethereum cinese (USD -10,34%; BTC -1,57%), stando a parecchi analisti si tratta di un altcoin da tenere d’occhio da vicino.

In sostanza questa criptomoneta piace perché, oltre a basarsi sul solido e popolare Ethereum, oltre ad essere una valuta rigorosamente decentralizzata, ha anche investito parecchio su una base tecnologica stabile che fornisca una buona protezione contro possibili attacchi informatici. E mentre NEO lancia il suo nuovo mobile wallet (disponibile negli appositi app store di Apple e Android), per avere qualche informazione in più riguardo al futuro di questa criptovaluta asiatica restiamo in attesa della conferenza prevista per il 30 e il 31 gennaio a San Francisco, in occasione della quale ci aspettiamo aggiornamenti sulla roadmap.

L’interesse destato tra gli addetti ai lavori l’ha portata ad essere quotata persino su un broker popolare come Iq Option.