Antinozzi deve restare in carcere: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione

“Trippetta” deve restare in carcere. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso di Antonio Antinozzi, 56 anni, pregiudicato di SS Cosma e Damiano, contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, che gli ha negato i domiciliari.

Antinozzi, già condannato per l’omicidio del carrozziere Antonio Di Marco e come soldato dell’associazione mafiosa costituita a Castelforte da Ettore Mendico e Orlando Riccardi, per motivi di salute era stato fatto tornare a casa. Compiendo una serie di appostamenti, i carabinieri avevano però verificato che “Trippetta” si muoveva agevolmente senza sedia a rotelle, uscendo anche dalla propria abitazione per stendere il bucato o incontrare altri pregiudicati. Effettuato un blitz, a fine settembre 2016, i militari avevano trovato nella casa del 56enne anche droga, coltelli e strumenti per pulire armi.


Evidenziando infine la concomitanza della presenza di Antinozzi nella zona con una recrudescenza di intimidazioni ai danni di imprenditori e commercianti, gli inquirenti avevano chiesto e ottenuto che il pregiudicato venisse rimesso in carcere, per scontare una pena di nove anni e nove mesi di reclusione. Decisione confermata ora anche dalla Suprema Corte.