Abusi al Lido Tirreno di Gianola, condanna annullata

Non è chiaro chi è il responsabile degli abusi, o presunti tali, compiuti al Lido Tirreno di Gianola, a Formia. Alla luce di una serie di contraddizioni tra quanto emerso nelle indagini compiute dalla Capitaneria di porto e nella stessa sentenza emessa il 23 novembre 2016 dal Tribunale di Cassino, la Corte di Cassazione ha così annullato la condanna per l’imprenditore Massimo Giornalista, 40enne di Formia.

Quest’ultimo, da una vita impegnato nelle attività balneari e nella stessa gestione del Lido Tirreno, è imputato per violazioni al codice della navigazione. Nello specifico per una non autorizzata movimentazione di sabbia e conseguente modificazione dello stato dei luoghi al Lido Tirreno.


Le guardie costiere trovarono un uomo impegnato a spostare sabbia e a portarla davanti alla concessione dello stabilimento balneare, creando così dei canali artificiali. Di quell’attività venne ritenuto responsabile Giornalista, condannato in primo grado a 400 euro di ammenda.

L’imprenditore ha impugnato la sentenza, sostenendo di essere solo un socio della società che gestisce il lido, di non aver affidato alcun lavoro di livellamento dell’arenile e di non aver ricevuto alcuna procura per effettuare o ordinare tali lavori. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna, con rinvio al Tribunale di Cassino per un nuovo processo.