Elezioni il 4 marzo e la politica è già in fermento: voci di corridoio, indiscrezioni, chiacchiere da bar e di piazza si rincorrono e ognuno tira l’acqua per il proprio territorio o per l’esponente politico che preferisce. La verità è che molto probabilmente, nel Lazio, si andrà a votare in contemporanea, sia per le Politiche che per le Regionali, ed ecco che la posta in gioco e i seggi da assegnare si moltiplicano. La questione si amplifica se si considerano i collegi uninominali per Camera e Senato e le preferenze per le Regionali.
Ogni schieramento politico ha le proprie questioni interne, assetti di potere da analizzare e valutazioni da fare caso per caso, per dirimere dubbi su chi siano i migliori esponenti politici da mettere in campo. A questo va ad aggiungersi la normativa in merito all’ineleggibilità al Parlamento di sindaci di città superiori ai 20.000 abitanti, che si sarebbero dovuti dimettere entro 180 giorni prima della fine del quinquennio della legislatura corrente, tradotto in parole spicce, entro il 16 settembre scorso. In sintesi, nessun sindaco in carica dei medi e grandi centri della provincia può concorrere alla funzione di parlamentare il prossimo 4 marzo, o se lo farà, sa che dovrà andarsi a scontrare con Giunta per le Elezioni della Camera dei Deputati o del Senato della Repubblica, consapevoli che in passato, seppur a fasi alterne, i termini di dimissione sono stati spesso considerati fondamentali per decadenze o ineleggibilità.
Diversa è la questione per la candidatura a consigliere regionale. In tal caso vige un’incompatibilità di carica che può risolversi anche a posteriori. Nel senso che in caso di elezione il sindaco eletto all’organismo regionale può valutare se mantenere la carica di sindaco o optare per quella di deputato regionale. In quest’ultimo caso può addirittura seguire due diverse procedure: quella delle dimissioni entro dieci giorni dalla proclamazione degli eletti, definendo in automatico lo scioglimento del consiglio comunale e la decadenza della giunta, con la reggenza affidata ad un commissario straordinario; oppure c’è la via della decadenza del sindaco dalla carica locale, la quale comporta che giunta e consiglio rimangano in carica fino al primo turno elettorale utile con compiti di ordinaria amministrazione e che il sindaco venga sostituito dal vicesindaco.
A PAGINA 2 I NOMI E LE INDISCREZIONI A DUE MESI DAL VOTO