Se Adriana Meloni fosse stata operata d’urgenza “si sarebbe potuta evitare con grande probabilità la morte della donna”. Questo quanto hanno ribadito davanti al Tribunale di Latina i medici legali Silvestro Mauriello, consulente del pm Giuseppe Bontempo, e Daniela Lucidi, consulente dei familiari della vittima, nel processo in corso a carico di due chirurghi dell’ospedale “Goretti” di Latina, Giuseppe Pianese e Isabella Palmieri.
La vittima, una 50enne del capoluogo pontino, nel 2012 restò vittima di un incidente domestico. Cadendo in casa la donna si fratturò una vertebra e finì in ospedale. Una volta dimessa, continuando ad avere problemi, il medico di famiglia le diagnosticò un’ernia strozzata e chiese che venisse ricoverata d’urgenza. La diagnosi venne quindi confermata dal medico del pronto soccorso del “Goretti”.
Ricoverata l’8 maggio 2012, la 50enne venne operata soltanto il 12 maggio successivo e il giorno dopo morì. I familiari presentarono una denuncia e il pm Bontempo aprì un’inchiesta, affidando una consulenza al prof. Mauriello dell’Università di Tor Vergata. Quest’ultimo, già in sede di autopsia, ritenne che i due chirurghi ora imputati fossero responsabili del decesso della paziente, vittima di una necrosi intestinale causata dall’ernia, che avrebbe provocato alla donna uno shock settico e quindi l’acuta insufficienza cardio-respiratoria che la portò alla morte.
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, rinviò a giudizio i due medici, accusati di omicidio colposo, e in aula i medici legali hanno ora confermato le accuse, che ha cercato di ridimensionare il consulente della difesa, il dott. Lazzaro.
Nella prossima udienza verranno ascoltati il medico di famiglia che diagnosticò l’ernia strozzata alla 50enne e quello del pronto soccorso che confermò la diagnosi.