Venti indagati, 17 arrestati – undici dei quali messi in carcere e sei ai domiciliari, e due ricercati. Questo il bilancio finale dell’inchiesta denominata “Touchdown”, illustrato oggi in conferenza stampa dal comandante provinciale dei carabinieri di Latina, il colonnello Gabriele Vitagliano, e dai vertici del reparto territoriale di Aprilia, relativa a un sistema corruttivo che sarebbe stato messo in piedi attorno al Comune di Cisterna e allargatosi poi al Comune di Anzio e alla Provincia di Latina.
In carcere, su richiesta del sostituto procuratore Cristina Pigozzo e su ordine del gip Giuseppe Cario, sono finiti i consiglieri comunali di Cisterna, Filippo Frezza e Giovanni Giarola, l’ex vicesindaco e assessore all’ambiente Marco Muzzupappa, l’attuale vicesindaco e assessore all’ambiente Alvaro Mastrantoni, l’assessore ai lavori pubblici Danilo Martelli, l’ex assessore all’ambiente di Anzio, Patrizio Placidi, il tecnico del settore viabilità della Provincia di Latina, Americo Iacovacci, e gli imprenditori Andrea Caiazzo, impegnato con le coop Ima e In&Coop, Rinaldo Donnini, di Artena, delle Edil Ri.Ma e 4dAppalti, Enrico Baccari, di Latina, della Beton Black, e Stefano Ettorre, di Maenza, della Edil Scavi. Ai domiciliari l’assessore ai trasporti Pierluigi Ianiri, il dirigente comunale e attuale assessore all’urbanistica a Latina, Gianfranco Buttarelli, il tecnico comunale Egidio Ambrosetti, il procuratore speciale della ditta di igiene urbana Cisterna Ambiente, attualmente in liquidazione, Mauro Di Stefano, il dirigente comunale di Anzio, Walter Dell’Accio, e l’imprenditore di Latina Francesco Saverio Colucci, della Sia. Ricercati invece Raffaele Del Prete, delle Del Prete srl e Del Prete Waste Recycling srl, e Guglielmo Sbandi, di Cori, della All Foods. Indagato infine a piede libero Danilo Peretti, direttore tecnico della Cisterna Ambiente.
“Le indagini – ha dichiarato il colonnello Vitagliano – hanno fatto emergere un diffuso sistema di collusione volto a consentire che gli appalti pubblici diventassero occasione di arricchimento per entrambe le parti. Nel corso delle perquisizioni a tre indagati abbiamo anche sequestrato complessivamente 400mila euro in contanti”. “La svolta – hanno precisato gli investigatori- è arrivata quando abbiamo intercettato una mazzetta da quasi 30mila euro che un imprenditore stava pagando a Frezza e Muzzupappa”. Sempre il colonnello Vitagliano: “L’operazione ha fatto emergere decine di fatti irregolari”.
Gli inquirenti hanno così appurato che, per via del sistema corruttivo, i prezzi lievitavano e i servizi erano scadenti. Il prezzo della corruzione? Pagato in denaro o posti di lavoro. “L’associazione per delinquere – hanno concluso – è stata contestata essendo emersa la persistenza a reiterare i reati e una struttura stabile”. Vi sono anche altri indagati? No comment da parte dei carabinieri.
Un’inchiesta partita ipotizzando interessi dei Casalesi sul Comune di Cisterna e che ha invece portato gli inquirenti in direzione diversa. Tutta locale.