Osserfare, l’osservatorio economico della Camera di Commercio di Latina, ha analizzato i dati provinciali sull’export relativi al I semestre 2017, alla luce di quanto diffuso dall’Istat a fine giugno.
Per l’Italia, i dati degli scambi commerciali con l’estero evidenziano un quadro sostanzialmente più che positivo, che segna un +8% di merci esportate. Anche per la provincia di Latina cifre comunque ragguardevoli per le vendite sui mercati esteri, che sfiorano i 2,5 miliardi di euro, seppur subendo un rallentamento nell’export (-14,09%) confronto all’analogo periodo dello scorso anno, condizionato però dal settore farmaceutico.
Di positivo, c’è la performance dell’agricoltura, che si conferma, insieme al manifatturiero, settore leader dell’export pontino.
Per il comparto farmaceutico, che rappresenta di gran lunga il settore “guida” dell’export pontino, va sottolineato che le dinamiche sono determinate, molto probabilmente, dalla introduzione di nuove linee produttive negli stabilimenti provinciali, a seguito dell’acquisizione di nuovi brevetti per specialità farmaceutiche innovative e, di solito, tali progetti di ristrutturazione tecnica richiedono periodi di tempo almeno triennali per essere realizzati completamente.
L’agricoltura, come anticipato, ha incrementato le esportazioni del +16,54% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mettendo a segno una ulteriore buona performance. Il settore ha raggiunto, quindi, un peso specifico sul totale dell’export provinciale pari al 5,06%, di gran lunga più significativo rispetto alla quota rilevata a livello nazionale, dove supera di poco l’1,6%. Il valore delle merci agricole locali collocate sui mercati internazionali ha superato i 126milioni, a fronte di un valore delle importazioni di prodotti agricoli esteri pari a poco più di 53milioni; tali flussi hanno determinato un saldo positivo della bilancia commerciale pari a +73milioni e 116mila euro, pressoché in linea con i valori riferiti al I semestre dello scorso anno.
L’Europa si conferma la principale destinazione (95% la quota sul totale), per una cifra di poco superiore ai 120milioni di euro, in crescita tendenziale del 18%. Guardando ai singoli Paesi acquirenti, la Germania si conferma il primo cliente, importando merci agricole pontine per un valore superiore ai 58milioni di euro, in crescita tendenziale del 15% circa; seguono a notevole distanza la Polonia in deciso avanzamento (gli acquisti ammontano ad oltre 13milioni e di euro,+25% la variazione tendenziale), nonché Francia e Paesi Bassi (entrambi con una quota sull’export agricolo di poco inferiore al 10%), la prima in decisa crescita (+27% la variazione tendenziale).
Tra i paesi extraeuropei, vale la pena evidenziare come gli USA siano di gran lunga il primo cliente del continente americano, assorbendo il 96,46% delle esportazioni agricole verso le americhe, per un controvalore di prodotti superiore ai 3milioni e 246mila euro anche se in diminuzione rispetto al 2016 (-16,97%). Per quanto riguarda l’Asia, il primo paese acquirente dei prodotti agricoli locali è l’Arabia Saudita che assorbe il 56,06% del totale esportato nel continente asiatico, pari ad un controvalore di poco superiore ai 970mila euro, con un incremento tendenziale superiore al 50%. Da notare, a titolo di curiosità, come al secondo posto in questa graduatoria sia comparsa Hong Kong, che ha importato merci agricole dalla provincia di Latina per poco meno di 179mila euro, mentre al mese di giugno dello scorso anno non comparivano esportazioni verso questa destinazione. Ad ogni buon conto vale la pena sottolineare come il continente asiatico abbia fatto registrare un incremento delle importazioni agricole dal territorio pontino di ben il 51,45%.
Tra i prodotti agricoli pontini con più mercato estero, al primo posto troviamo cereali e ortaggi, per un valore pari circa a 90milioni di euro, in ulteriore crescita tendenziale del 14% e un peso pari a quasi i tre quarti delle vendite all’estero del comparto agricolo locale. Tornano a crescere (+24% la variazione tendenziale) le vendite di frutta, uva, etc., il cui controvalore è superiore ai 21 milioni di euro. A seguire, fiori e piante: oltre 13milioni il controvalore in euro, in deciso rimbalzo nella prima porzione d’anno (+26%).