Sequestro e tentata estorsione a un giardiniere: in sei a giudizio

Sequestro di persona, detenzione illecita di armi, tentata estorsione, lesioni. Questi i reati ipotizzati dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Maria Caterina Sgrò, al termine di un’inchiesta che ha portato ora al rinvio a giudizio di sei pontini.

Secondo il sostituto Sgrò, quattro anni fa un giardiniere romano, ritenuto responsabile di un furto di un escavatore di proprietà del latinense Alessandro Radicoli, ucciso quattro mesi prima a Sezze insieme a Tiziano Marchionne, anche lui del capoluogo pontino, sarebbe stato sequestrato dagli amici di Radicioli a Roma, condotto a Latina, minacciato e picchiato, nel tentativo di estorcergli la restituzione del mezzo meccanico o di pagare il corrispettivo del valore dell’escavatore, per poi infine essere abbandonato sulla Pontina.


Il sostituto procuratore Maria Caterina Sgrò ha quindi chiesto il rinvio a giudizio di Gian Luca Ciprian, 38 anni, Fabio Nalin, 45 anni, e Saro Frezza, 30 anni, tutti di Latina, Mirko Parisi, 38 anni, anche lui di Latina, e delle presunte istigatrici delle azioni delittuose, la moglie e la figlia di Radicioli, Micaela Mazzieri e Martina Radicioli, difesi dagli avvocati Oreste Palmieri, Fabrizio D’amico, Gaetano Marino, Andrea Nascani, Giammarco Conca, e Giancarlo Vitelli. E a disporre il giudizio è stato il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Chiara Gallo.

Il processo avrà inizio il prossimo 6 febbraio, davanti alla I sezione del X collegio del Tribunale di Roma.