Paola Villa, esponente del gruppo cittadino ‘Un’altra città’ dichiara, ripercorrendo la storia dello stadio di Maranola:
“Era maggio 2006 quando la giunta comunale a guida Sandro Bartolomeo con delibera n. 53/2006 cedeva lo stadio “Nicola Perrone” al CONI. In cambio la società CONI S.p.A. si impegnava a realizzare due campi di calcio in erba sintetica, comprensivi di recinzione, esistenti uno presso l’area dell’ex-Enaoli e l’altro a Maranola. Sei mesi dopo uno scritto notarile stipulò l’atto che sanciva ufficialmente l’avvenuto scambio tra il Comune di Formia ed il CONI. In quella sede i due campi diventano uno “stadio”, ma non ci occuperemo di questo.
Nella ormai trentennale alternanza tra Michele Forte e Sandro Bartolomeo si consuma tra il 2006 e oggi l’ennesimo dispettuccio che i due Sindaci si sono scambiati, naturalmente a spese della città.
Lo stadio presentato da Bartolomeo nel 2006 prevedeva degli spalti per ospitare circa 2.500 persone. Viene eletto Michele Forte e manco a farlo apposta le gradinate si allungano per ospitarne 4.500. La consegna delle chiavi dello stadio alla Città viene annunciata il 31 gennaio 2014 durante un incontro a Roma tra il Sindaco Sandro Bartolomeo, ritornato in sella dopo il quinquennio di Michele Forte, ed il segretario generale del CONI Fabbricini.
Oggi, undici anni dopo aver rinunciato allo stadio Perrone, a Maranola sorge un campo sportivo (costato circa 2,5 milioni d’euro) dove, per evidenti problemi logistici e strutturali, non vengono date le dovute autorizzazioni per riempire gli spalti, neanche dopo aver speso altri 64.000 euro di soldi pubblici per la messa in sicurezza delle tribune.
Infatti, lunedì 16 ottobre u.s., la Commissione di Vigilanza per il Pubblico Spettacolo (all’interno della quale ci sono Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Vigili Urbani, Amministrazione Comunale) definitivamente decreta che non possono essere occupati né i 2.500 previsti da un Sindaco né tantomeno i 4500 posti previsti dall’altro Sindaco. Lo stadio può ospitare 1000 persone.
Pur essendo stata collaudata la tribuna (dotata oggi di un muro di contenimento) e pur mettendo in sicurezza il peraltro piccolissimo parcheggio ed omologando le torri-faro, ci si rende conto solo oggi che le strade che lo costeggiano sono troppo strette per permettere il transito contemporaneo di un blindato di pubblica sicurezza e dei possibili mezzi di soccorso.
Lo “Stadio” è stato costruito successivamente alle strade che lo circondano e sebbene le fantasticherie sono all’ordine del giorno è impensabile stravolgere la viabilità dell’area. Cosa verbalizzò la Commissione di Vigilanza nel 2014 quando il Comune divenne proprietario dello “Stadio”? Non ci è dato sapere. Nessuna recriminazione potrà porre fine o risolvere ciò che è un dato ormai certo.
La storia consegna alla città un bene sovradimensionato, ennesima testimonianza di spreco e arroganza. Ma volere fare politica e amministrare la città oggi ci impone: speranza, verità e normalità vorrebbero poter vedere sempre mille persone presenti che possano a loro volta fruire di un confortevole e sicuro spazio di sport e spettacolo. Operando passo dopo passo, anno dopo anno, euro dopo euro, molti miglioramenti, come una copertura degli spalti con fotovoltaico per autonomia energetica, sediolini “da stadio”, autonomia idrica, parcheggi illuminati e sicuri. Il cemento sprecato su quegli spalti rimarrà invece testimone muto, come altre opere incompiute o mai omologate, a testimoniare un modo di fare politica che tutti, ribadisco tutti, dobbiamo abbandonare. Da oggi si fa politica dichiarando le verità, pianificando il fattibile e cercando di potenziare ciò che è stato fatto prima, a prescindere da chi lo ha scelto e progettato, se non altro perché è stato fatto con soldi della collettività, se non altro per rendere Formia una città vivibile e normale.”