Ndrangheta e traffico di stupefacenti: la cosca Alvaro e suoi interessi a Latina

Gli affari della cosca Alvaro di Reggio Calabria, precisamente Sinopoli, secondo risultanze investigative, aveva ramificazioni in Liguria, Emilia Romagna, Milano, Toscana ed era arrivata finanche nel Lazio, in particolare tra le città di Latina e Roma, dove si ritiene fosse proprietaria di diversi immobili.

L’organizzazione che aveva il fulcro della sua attività ad Ancona dove vivevano i boss Carmine e Antonio Alvaro, ha manifestato interesse verso la rete di narco-trafficanti che operavano tra l’Italia e la Repubblica Domenicana fino a diventarne parte integrante.


La ndrangheta, secondo gli inquirenti sarebbe entrata a far parte del traffico internazionale di stupefacenti proveniente dalla Repubblica Domenicana, con il fondamentale supporto di un alto ufficiale della polizia dominicana che consentiva l’imbarco dello stupefacente.

Lo stupefacente arrivava a Milano o a Cagliari. E gli ingenti sequestri di cocaina, hashish, marijuana, per un totale di 500 grammi, si sono susseguiti fino a ieri, 10 ottobre quando sono scattati gli arresti.

L’operazione “La Romana – Fireman” del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, con il Gico e la sezione Narcotici della squadra Mobile di Roma –  sono stati impegnati circa 200 operatori della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato –  hanno proceduto all’arresto di 19 persone ritenute coinvolte nel traffico internazionale di stupefacenti.

In manette è finito il boss Vincenzo Alvaro, 7 romani, 2 uomini di Milano, 3 sudamericani, tre affiliati alla cosca calabrese Alvaro e tre residenti in Sardegna, mentre  risulta ancora latitante l’ufficiale della Repubblica Domenicana.