Parco dell’Appia antica, la Regione approva il piano d’assetto

La Giunta Regionale del Lazio ha approvato nella seduta odierna il Piano d’assetto del Parco regionale dell’Appia Antica che permette ai vincoli di diventare norme condivise da tutti e di non operare più in regime di salvaguardia. Si compie un passo decisivo verso la “normalità”, ora il Piano d’assetto verrà esaminato dal Consiglio regionale che dovrà approvarlo in via definitiva. Si tratta di un piano di notevole complessità, che affronta molti aspetti cruciali per la tutela del territorio: la perimetrazione; le connessioni ecologiche con le altre aree protette; la valorizzazione compatibile del patrimonio archeologico; le attività incompatibili e le soluzioni per il loro allontanamento e/o sostituzione; le relazioni con le infrastrutture stradali e ferroviarie; la funzione imprescindibile dell’agricoltura sostenibile; la fruizione e il ruolo fondamentale, per la città che si affaccia sul Parco, di spazi verdi come l’area degli Acquedotti, la valle della Caffarella e la tenuta di Tor Marancia.

Nicola Zingaretti

“Quello compiuto oggi è un passo decisivo sulla strada della legalità e della trasparenza – commenta il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti al termine della Giunta – Quello dell’Appia Antica è un Parco meraviglioso che va tutelato sia sul fronte della urbanizzazione sia sul fronte delle illegalità. Per farlo dobbiamo dotarci di regole certe e trasparenti che oggi con il Piano d’assetto diventano ancora più efficaci. Attraverso la tutela dell’ambiente incentiviamo anche nuove opportunità di sviluppo turistico e sostenibile, sociali, educative e rigenerative”.


“Il Parco Regionale dell’Appia Antica – commenta il Presidente, Mario Tozzi – rappresenta la più grande sfida che uomini di cultura e tanti semplici cittadini hanno voluto lanciare in un territorio che per anni è stato mortificato da scelte scellerate fatte da chi dell’Appia non aveva saputo interpretare la vocazione, l’identità e la specificità di essere un’area naturale protetta che contiene uno dei più grandi patrimoni archeologici del mondo, incastonato nella città di Roma. Un parco benvoluto da tutti i cittadini, che nasce, nel 1988, per difendere quel patrimonio unico al mondo grazie ad una legge regionale di iniziativa popolare”.

Il Piano per il Parco, definito dall’art. 12 della L. 394/1991 “Legge quadro sulle aree protette”, è lo strumento con cui l’Ente Parco persegue “la tutela dei valori naturali ed ambientali nonché storici, culturali, antropologici, tradizionali”. La legge ne definisce contenuti e iter. La legislazione nazionale individua nel Piano dell’area naturale protetta lo strumento urbanistico che si sostituisce ai piani territoriali e urbanistici di qualsiasi livello e che deve a sua volta essere conforme al piano paesistico per gli aspetti paesaggistici. Senza l’approvazione del Piano del parco regionale, di fatto, nel territorio in questione non c’era alcuna pianificazione urbanistica: infatti nel nuovo Piano regolatore di Roma del 2008 le aree del parco dell’Appia sono “zone bianche”. La legge istitutiva del parco regionale (L.R. 66/88) prevede una sua normativa di salvaguardia in pendenza del Piano del Parco e in base a questa l’ente parco ha operato nel rilascio del NO ambientale di cui alla L. 394/91.