La sezione dell’ANPI di Formia ha rinnovato – lo scorso 17 settembre – il comitato direttivo. “Due le questioni del nostro impegno nei prossimi mesi: una morale ed una etica”.
Ha sottolineato il direttivo della sezione Anpi di Formia.
“La prima s’innesta nel ricordo di quanti – partigiani e non – hanno lottato contro la barbarie del nazifascismo. Questi hanno restituito dignità ad un popolo oppresso che ha subito una dittatura, imposta con il favore del re, che ha condotto il paese in una profonda crisi economica culminata con una terribile sconfitta militare. La resistenza di militari e cittadini alla spietata occupazione nazista ha consentito la nascita di una Repubblica fondata sui diritti universali dell’uomo, che hanno consentito il nostro pieno sviluppo morale e civile, nonché di vivere con la consapevolezza del valore della libertà. A queste persone non possiamo che riconoscere la nostra gratitudine, ricordandole – con orgoglio – in ogni momento e luogo.
La seconda s’innesta in un giudizio sull’attuazione della Carta costituzionale in quest’epoca. Il giudizio non può che essere negativo, in quanto, nel nome di una sedicente modernità si promuove una nuova barbarie, si restringe la sfera dei diritti del cittadino. Oggi registriamo un attacco al diritto del cittadino alla salute, al lavoro, all’istruzione, alla casa, nel nome di una economia che arricchisce i ricchi ed impoverisce i poveri.
La sintesi di questo processo è plasticamente esemplificata nella ultima proposta di riforma costituzionale, bocciata dal popolo italiano lo scorso 4 dicembre che, nel nome di un assurdo dettato europeo, pretendeva di ridurre gli spazi delle democrazia istituzionale a favore di un esecutivo dominato da interessi oscuri.
Non è questo il mondo che vogliamo! Abbiamo ragione di sostenere che non è questo il mondo che i nostri padri costituenti intendevano donarci. Non è questo il mondo a cui pensavano quanti hanno fatto scempio della loro vita nel nome della Libertà, della Giustizia, dell’Uguaglianza.
Oggi mostrare indifferenza verso questa evoluzione, significa essere complice di una nuova barbarie. Sono queste le considerazioni che hanno fatto quanti si propongono di dare nuovo impulso all’Associazione dei Partigiani d’Italia, ragionando prima sul progetto di un’azione concreta per poi accettare la responsabilità di una direzione”.