Alle battute finali ormai anche il processo d’appello per gli imputati nel procedimento “Don’t touch” che, in primo grado, hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. A optare per il “concordato”, una sorta di patteggiamento previsto con la recente riforma, alla fine sono stati meno imputati del previsto: cinque su nove. Si tratta di quelli pronti a tenersi la condanna, puntando solo a uno sconto di pena una volta trovato un accordo con il procuratore generale.
Stabilito il “patteggiamento” e discusse le posizioni di quanti invece puntano a un pronunciamento nel merito, l’udienza è stata infine rinviata dalla Corte d’Appello di Roma al prossimo 29 settembre, per eventuali repliche e sentenza.
Il giudice per l’udienza preliminare Laura Matilde Campoli, giudicando quella che è stata inquadrata dagli inquirenti come un’associazione per delinquere messa in piedi dalla locale criminalità rom, ha condannato Angelo Travali, ritenuto un capo zona dell’organizzazione criminale che avrebbe compiuto estorsioni, usura e spaccio di droga a Latina, a 10 anni di reclusione, a 9 anni Salvatore Travali, a 6 anni Giuseppe Travali, a 6 anni Francesco Viola, a 3 anni e 3 mesi l’apriliano Francesco Falco, a 2 anni e mezzo Cristian Battello, a 5 anni Antonio Giovannelli, a 3 anni e mezzo Antonio Neroni, e a 3 anni e mezzo il poliziotto Carlo Ninnolino, ex investigatore della Mobile.
Battendo soprattutto su Ninnolino, ritenuto una “talpa” dell’associazione per delinquere, il procuratore generale aveva chiesto di confermare la sentenza di primo grado. A parlare sono poi stati i difensori, tra cui gli avvocati Fabrizio D’Amico, Giancarlo Vitelli, Pasquale Cardillo Cupo e Leone Zeppieri.
A puntare sul “concordato” sono stati i Travali, Viola e Giovannelli. L’accordo è stato trovato per pene a 4 anni e mezzo di reclusione per Viola e Giuseppe Travali, 7 anni per Salvatore Travali, 7 anni e 8 mesi per Angelo Travali e, in continuazione con un altro processo, a 5 anni e 2 mesi per Giovannelli.
A fine mese a sperare nell’assoluzione sono invece Falco, Battello, Neroni e Ninnolino, le cui posizioni sono state discusse e che non hanno dunque accettato alcun “patteggiamento”.