Un’ intervista diversa dalle altre, particolare come i protagonisti di questa storia. Una mamma, Alessandra, che per essere felice, non ha dovuto rinunciare alla sua sessualità, crescendo suo figlio, un meraviglioso bambino di 7 anni, insieme alla sua compagna Graziella.
“Pur essendo già mamma non ho posto paletti alla mia felicità. Perché solo una mamma felice, può crescere il suo bambino nel migliore dei modi” Lo dice Alessandra, mamma di Salvatore e compagna di Graziella, che definisce “il vero amore della mia
vita”.
Alessandra, 28 anni, ha vissuto 14 anni a Cellole, un piccolo paese in provincia di Caserta. Ha frequentato l’Istituto IPSSAR Alberghiero per i servizi alla ristorazione di Formia.
Proprio grazie al suo percorso di formazione scolastico, ora è una piccola imprenditrice che gestisce insieme alla sua famiglia, il ristorante “Locanda dei Sapori” a Milano. E’ una donna che pur essendo mamma, con grande coraggio, non ha rinunciato alla sua sessualità.
Essere madre significa ricevere il dono piu’ grande al mondo e averne cura. Qual è il migliore modo per fare ciò? Essere soddisfatti di se stesse, avere delle priorità, una testa sulle spalle e amore infinito. Una madre cerca, con i mezzi a sua disposizione, di offrire al proprio bambino, qualche strumento per affrontare al meglio questa scombinata vita. Però Alessandra ha una marcia in più. E’ l’esempio di una mamma che cresce insieme a suo figlio. Non rinuncia alla sua felicità personale, ma la insegue con Salvatore sempre al suo fianco. I bambini sono come una spugna, e come l’acqua, apprendono tutto quello che sta intorno a loro. L’esempio positivo è essenziale. Alessandra ci riesce in pieno: madre amorevole e onnipresente, indipendente e forte, e soprattutto libera di esprimere se stessa.
“… la nostra scelta, quella di andar via, è stata solo per motivi di lavoro” Pur abitando in un paese di 7000 abitanti, Alessandra e Graziella non si sono mai sentite “diverse” o ghettizzate. Anzi, sono state ben accettate dalla comunità, come una coppia normalissima, ricevendo affetto e ammirazione dalle persone a loro vicine.
Salvatore, il piccolo, è sempre stato sereno e tranquillo e ben inserito nella vita sociale. Entrambi, trascorrevano le loro giornate ricche di impegni tra il lavoro di Alessandra, che la teneva fuori casa per 9 ore, il catechismo, la scuola e lo sport di Salvatore. Il calcio, la sua passione, lo teneva occupato due volte a settimana. Proprio l’amore per lo sport, ha portato entrambi a conoscere Graziella che lavorava nella struttura del centro sportivo della zona, frequentato da Salvatore durante i suoi allenamenti di pallone. Si sono conosciuti tutti e tre contemporaneamente, diventando da lì una persona sola.
“Una frase che mai dimenticherò, ‘posso chiamarti mamma?’…Tre parole. Dette dall’ animo puro di un bambino, hanno riempito d’amore il cuore di Graziella. Salvatore è entrato nella sua vita a soli 4 anni e mezzo. Per lei, è un figlio. Cerca di educarlo nei migliore dei modi e non fargli mancare nulla, come fanno tutti i bravi genitori a questo mondo.
“E’ un bambino dolce, educato, maturo. Il bambino che chiunque vorrebbe avere“.
A soli 23 anni, Graziella, ha abbracciato una nuova vita accogliendo un amore inaspettato e un bambino che ama come se fosse suo, nonostante la consapevolezza della responsabilità che ciò comporta. Ma i dubbi, le paure e incertezze, si sa, in due sono sempre piu’ facili da affrontare. E così, insieme, proseguono la loro vita senza fare troppe rinunce. Hanno dei progetti sia per la realizzazione personale, sia per la loro vita familiare: ufficializzare il loro amore e realizzare il desiderio di Salvatore: di avere un fratellino o sorellina!
“Siamo felicissime e credo che amori come il nostro siano davvero rari. Se oggi dovessero chiedermi di esprimere un desiderio non ne avrei, se non quello di restare sempre insieme a loro due”.
E’ pur sempre un desiderio quello di non voler altro che, stare insieme a chi si ama. Questa storia non deve sconvolgere perchè a volersi bene sono due donne. Ma questa storia di vita raccontata a dispetto di molte altre nascoste, ignorate, serve a spronare tutte quelle mamme che nella loro vita quotidiana, che siano separate, single, omosessuali, etero, si sentono in colpa o limitate solo perchè hanno un figlio o perchè qualcuno dice loro di stare in silenzio, rannicchiate in quell’angolo del muro di omertà e ignoranza. La vita è cosi breve per essere usata per compiacere gli altri. I figli seguono la propria strada, e quando si guardando indietro cosa vorreste che vedano i vostri figli? Loro, non sono giustificazioni all’inerzia dell’animo. I figli spronano. Inconsapevolmente, per il loro bene, invogliano le mamme a dare di più, ad essere di più. Non c’é incoraggiamento migliore.
Gentilmente concesso da Jessika Cretella
Per doverosa precisazione e nel rispetto della richiesta formulata dal signor Umberto, quest’ultimo è stato marito di Alessandra. Matrimonio dal quale è nato Salvatore. Rivendicando il suo ruolo di padre, sottolineamo che il piccolo del quale si racconta in questa vicenda è di fatto figlio di Umberto e Alessandra.