Dall’Impero romano al medioevo, passando per i Germani
L’evoluzione degli stili di combattimento e le trasformazioni delle armi hanno portato nel corso dei secoli modifiche anche ai sistemi di difesa, quindi agli scudi.
Si pensi che, in solo riferimento all’epoca romana, si è passati dallo scudo rotondo (la cui circonferenza doveva essere uguale all’intera estensione del braccio) a quello allungato e convesso; dallo scontro “uno contro uno”, all’attacco sferrato da una legione che compattava decine di soldati.
L’umbone, la protuberanza appuntita posta al centro dello scudo ed utilizzata a scopo offensivo, in alcuni casi viene dotata di una punta acuminata al centro e detta “brocco”; successivamente, scompare per lasciare posto allo stemma della casata.
Le impugnature stesse si modificano di secolo in secolo: se galli e germani utilizzavano scudi tondi con una presa centrale e rigida, in pieno Rinascimento le “rotelle” erano dotate di complessi sistemi di cinghie, quindi flessibili.
Diversi tipi di scudo medievale
Ed è così che si diffondono i diversi scudi medioevali, dalla forma allungata con una punta verso il basso e il capo (la parte superiore) tonda o con una o tre punte.
Lo scudo Carlo Magno, ad esempio, ha una forma particolarmente allungata (detta a mandorla), con una punta importante verso il basso e una solo leggermente accennata nella sezione superiore. Lo sfondo è bianco, con una croce nera stilizzata. Lo stemma, posto ovviamente al centro, è rappresentato da un doppio giglio (o fleur de lys).
Lo scudo Riccardo Cuor di Leone ha una forma meno allungata del precedente e ha una larghezza maggiore. Bianco lo sfondo, con una grossa croce rossa, è decorato da borchie in acciaio posizionate lungo i bordi. Lo stemma centrale mostra uno sfondo nero su cui sono posati tre leoni alati in color oro.
La croce è sicuramente una costante (rarissimi i casi in cui non se ne trovi nemmeno un accenno, qui e là nei decori o almeno sul cavaliere intarsiato nello stemma araldico). Questo non deve stupire. Infatti, anche ben prima delle Crociate contro gli “infedeli”, il cavaliere medievale rappresentava la cristianità e
combatteva spesso e volentieri sotto la benedizione della Chiesa (di Roma o di Avignone).
Salta comunque agli occhi immediatamente come le croci di dimensioni più ragguardevoli decorassero proprio gli scudi medievali dei cavalieri Crociati e dei Templari. Proprio loro, che si spingevano fino nel lontano Medio Oriente, necessitavano della “protezione divina” garantita dalla croce cristiana. Quest’ultima inoltre aveva anche la funzione di intimorire gli arabi e di porli di fronte al loro destino.
Ecco quindi le croci, prevalentemente rosse su sfondo bianco o metallico, stilizzate o meno; generalmente sottili al centro, si andavano via via ingrossandosi verso le estremità.
La simbologia
Quello che resta maggiormente impresso dello scudo medievale infatti è sicuramente l’aspetto legato all’araldica.
Se al giorno d’oggi, almeno per i meno addentro al tema storiografico medievale, lo stemma è portatore di una dimensione puramente estetica, altrettanto non si può dire dei cavalieri e dei soldati che lo portavano sul campo di battaglia. Alcuni aspetti sono intrinsecamente legati all’araldica degli scudi:
- La comunicazione sul campo di battaglia. Si tratta di una comunicazione in due direzioni: la prima verso gli appartenenti allo stesso esercito (lo scopo era quindi quello di riconoscere e di farsi riconoscere per evitare il “fuoco amico”); la seconda diretta agli avversari (con l’obbiettivo di intimorirli).
- La simbologia: la casata di appartenenza andava indicata in maniera inequivocabile per rivendicare la presenza sul campo di battaglia e quindi i diritti stessi del vincitore sui vinti. Lo stemma di famiglia doveva essere presente e ben visibile.
- Il significato rituale: se nelle tribù germaniche, i segni e i fregi presenti sullo scudo erano indicatori dello status del combattente, nel caso degli europei cristiani e cristianizzati la croce rimanda, oltre a quanto detto precedentemente riguardo all’aiuto divino sul campo di battaglia, anche al concetto di “guerra giusta”.
- L’aspetto estetico: ovviamente per i cavalieri e i soldati medioevali gli scudi dovevano rispondere anche a criteri di pura bellezza. A questo si deve la maggior parte di rappresentazioni di scene mitologiche, inserti di metalli particolari, simboli materiali e numerici.