Impianti di mitilicoltura: Legambiente sul piede di guerra

LA MANCANZA DI UN PIANO DELLO SPAZIO MARITTIMO – Ora si dà il caso che la Regione non solo non ha provveduto, fino ad oggi, a redigere alcun piano dello spazio marittimo ma nel frattempo la direttiva 2014/89/ue è stata recepita ad ottobre 2016 (4 mesi dopo la legge regionale n.8) attraverso il decreto legislativo 17 ottobre 2016, n. 201 che istituisce (sotto la competenza del ministero delle infrastrutture e dei trasporti) un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo.

Riteniamo quindi, come già evidenziato nel nostro comunicato dello scorso aprile, che a questo punto la regione Lazio debba necessariamente attenersi a quanto delineato nel dlgs n. 201 che prevede per ogni area marittima un piano di gestione dello spazio marittimo, predisposto a cura di un apposito comitato tecnico interministeriale (trasporti, ambiente, politiche agricole, sviluppo economico, beni culturali e turismo) a cui partecipano anche i rappresentanti delle regioni. Il piano di gestione individua la distribuzione spaziale e temporale delle pertinenti attività e usi delle acque marine (inclusi gli impianti di acquacoltura e piscicoltura) presenti e futuri, e prevede per la redazione del piano sia la valutazione ambientale strategica (vas) che la valutazione di incidenza ambientale (via. In altre parole, visto il quadro normativo attuale in tema di rilascio delle autorizzazioni per gli impianti di mitilicoltura, a nostro avviso la regione lazio, in attesa che venga redatto il piano di gestione ministeriale (e non avendo redatto nel frattempo un proprio piano) non ha più alcun titolo per concedere le autorizzazioni come invece continua a fare vista la recente e inattesa determinazione n. G09852 del 13 luglio 2017 sul territorio di fondi.


Tutto ciò premesso, legambiente chiede di nuovo alla regione Lazio (dopo averlo già fatto lo scorso aprile) di annullare tutte le autorizzazioni emesse e di sospendere gli iter autorizzativi in corso e contemporaneamente chiede al ministero dei trasporti (ora competente per la pianificazione marittima) di farsi parte attiva presso la regione per richiamarla ad attenersi al quadro normativo vigente. Chiediamo inoltre che il redigendo piano di gestione dello spazio marittimo della nostra regione recepisca definitivamente che l’interesse diffuso del nostro territorio da San Felice Circeo, Terracina, Fondi, Sperlonga fino a Minturno è assolutamente contrario alla costruzione degli impianti di mitilicoltura del tutto incompatibili con la vocazione turistica e il valore paesaggistico della costa pontina che la regione stessa sta promuovendo e valorizzando anche con finanziamenti dedicati.

A pagina 2 – La richiesta di sospendere gli iter concessori

A pagina 4 – La diffida

A pagina 5 – I rischi

A pagina 6 – Le iniziative