Il Comitato Mazzocchio sulla Sep: “Le istituzioni facciano qualcosa”

“E’ finita l’estate e le attività istituzionali stanno tornando alla normalità. A Mazzocchio invece non è cambiato nulla. Praticamente tuti i giorni siamo costretti a convivere con la puzza nauseabonda proveniente dall’impianto di compostaggio Sep  e non troviamo sollievo nemmeno nel borgo medioevale di Fossanova, raggiunto regolarmente dai miasmi appena il vento decide di soffiare in quella direzione”.

E’ un nuovo duro attacco quello che i cittadini riuniti nel comitato Mazzocchio lanciano nei confronti dell’azienda di compostaggio. Un attacco che prende spunto dalla protesta inscenata dall’esponente del centro-destra privernate Umberto Codastefano che nei giorni scorsi ha tappezzato di arbre magique una rotatoria stradale a poche decine di metri dalla Sep.


“La protesta goliardica ci sta, anzi ci dispiace che a metterla in campo sia stato solo un esponente politico di Priverno, ci saremmo aspettati prese di posizione più dure da parte dei primo cittadini. E’ bene ricordare infatti che la puzza non invade solo Mazzocchio, frazione di Pontinia, ma anche i comuni di Priverno e Roccasecca. Le azioni eclatanti non risolveranno il problema ma sono la cartina tornasole del malessere dei cittadini e quindi più sono rappresentative di questi più hanno risonanza. Chiediamo quindi ancora una volta ai sindaci di imporre a Sep se non altro il rispetto delle regole. Chiediamo anche l’intervento della Provincia di Latina che sull’argomento non si è mai pronunciata e che pure è risultata molto attiva e celere nell’ambito rifiuti quando ne ha ravvisato la necessità”.

Speriamo infine – conclude il comitato – che il nostro disperato appello arrivi sin nelle stanze della Regione Lazio. Basta programmare nuovi impianti qui a Mazzocchio. Siamo consapevoli di come questa sia una zona industriale, siamo anche certi che i rifiuti vadano trattati e quindi vadano costruiti impianti di compostaggio, discariche, Tmb e anche inceneritori. Però prima di autorizzare nuovi impianti occorrerebbe controllare che tutto funzioni a regola d’arte. Ci sono esempi di aziende, in provincia ma anche nel resto d’italia, che trattano rifiuti a poche decine di metri dalle case. Ebbene dopo iniziali proteste da parte dei residenti la convivenza, in quei casi, è divenuta pacifica, ma non perché i residenti siano stati costretti a scappare come stanno facendo con noi, o siano stati avvelenati. Semplicemente perché quelle aziende hanno investito per abbattere l’impatto ambientale e quindi non puzzano. Ci auguriamo che questa azione abbia acceso i riflettori ma che non rimanga isolata e che chi siede nelle cosiddette stanze dei bottoni cominci a pensare non solo agli interessi aziendali di qualcuno ma al benessere dei cittadini. Più volte abbiamo chiesto dei controlli continuativi, dei monitoraggi dell’aria ma questo mai è avvenuto con i ‘blitz’ che, quando non programmati, si sono limitati alla verifica del rispetto formale della procedure senza realizzare un monitoraggio continuativo.  Rifiuto non vuol dire malesseri, inquinamento e degrado. Le regole ci sono ma chi di dovere dovrebbe farle anche rispettare”.