Il presidente del Consiglio di Priverno: “Parco fluviale dell’Amaseno. Riparliamone”

Lo stato di salute dell’ecosistema del fiume Amaseno, che taglia per lungo l’ampio bacino pari a 717 kmq dell’omonima valle, è un’altra delle emergenze ambientali con cui purtroppo ci dobbiamo confrontare in questa torrida e secca estate 2017”.

A evidenziare il problema è il presidente del Consiglio comunale di Priverno, Roberto Antonini.


“In tanti, giustamente, in questi giorni si stanno interrogando su che cosa è possibile fare per far sì che i danni non diventino irreparabili, ma le soluzioni si sa in questi casi non sono mai semplici e immediate.

Il nostro fiume ha prima di tutto un disperato bisogno di ritornare ad avere acqua in abbondanza per riuscire a mantenere in equilibrio i valori di biodiversità così importanti per la stabilità del sistema fiume, e più in generale del sistema vivente. Speriamo tutti quindi che presto ritorni la pioggia e che il livello dell’acqua risalga ai valori normali

I nobili interventi di volontariato, già peraltro messi in campo negli anni passati, e di cui oggi si auspica una ripresa, sono certamente utili ma non credo possano essere risolutivi delle emergenze antropiche fluviali: credo sia necessario un intervento più radicale e di sistema.

Forse potrebbe essere utile ripartire da quella idea, nata qualche anno fa per un Parco Fluviale dell’Amaseno e che aveva come scopo la protezione e il miglioramento della vita naturale presente nel fiume. Tra il 2013 e il 2014 furono molti gli incontri tra i rappresentanti delle Amministrazioni locali, delle forze politiche e di esperti della materia che portarono ad organizzare una affollata assemblea il 22 febbraio 2014 nella sala delle Cerimonie del Comune di Priverno. In quella occasione furono gettate le basi, tra i comuni interessati dell’alta e della media Valle Amaseno, per la costituzione di un Parco Fluviale. Ad oggi i comuni che hanno aderito attraverso atti ufficiali sono: Priverno (Comune capofila), Sonnino, Prossedi.

Dopo quella partenza, tale opportunità purtroppo, non è mai stata esplorata fino in fondo, come spesso accade a causa di limiti e vicende legate ad atteggiamenti poco costruttivi e forse anche miopi da parte di alcuni: il progetto quindi perse quello slancio iniziale.

Una ripresa del confronto tra le amministrazioni locali, provinciale e regionale, le forze politiche, le associazioni ed i gruppi di volontari, potrebbe essere utile al fine di verificare questa volta fino in fondo, se tale progetto può essere calato sul territorio o se altrimenti è più utile tracciare altri percorsi.

Le tante criticità dell’Amaseno devono essere affrontate all’interno di una visione a 360 gradi di quello che sta accadendo intorno al fiume. Molti sono i fattori, non solo naturali come la siccità appunto, ma dovuti anche alla mano dell’uomo, che stanno determinando una lenta agonia del fiume: prelievo di notevoli quantità di acqua per l’irrigazione, inquinamento prodotto dalle attività agricole, costruzione di sbarramenti per la produzione di energia elettrica, smaltimento degli scarichi urbani e industriali in forma liquida. Il risultato di tutto ciò sono le deleterie conseguenze per le varie componenti, viventi e non, presenti nel fiume.

È necessario quindi intervenire e forse, oltre a quanto si sta tentando già di mettere in campo, riprendere l’idea del Parco Fluviale o di qualcosa di simile, potrebbe aggiungere un tassello alla volontà comune a molti di evitare l’estinzione parziale di molte delle forme di vita presenti nel fiume.

Nelle prossime settimane si capirà se c’è la possibilità di tornare a discutere del futuro del fiume Amaseno”.