Bisognerebbe proprio perdersi nella “Valle dei templi” ( dal 1997 tra i Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO) dell’incantevole “Città dei templi”: Agrigento. Bisognerebbe perdersi per prendersi tutto il tempo di assorbire la bellezza di luoghi fermati dal e nel tempo, poter fantasticare nell’immaginarli vissuti, scenari di vite lontane. “Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell’antica città tutto giardini e vigneti” – scriveva Goethe in “Viaggio in Italia” ed ancora: “ sotto il folto verde s’indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo”.
Il sito archeologico, probabilmente il più vasto al mondo, risalente al periodo ellenico, contempla i resti di ben dieci templi, tre santuari e una grande concentrazione di necropoli. Inoltre, ci sono anche vari opere idrauliche, fortificazioni, parte di un quartiere e due agorà: quella superiore e quella inferiore, oltre ad una “sala del consiglio” di epoca romana. Un mix, difficilmente rintracciabile altrove, quello che è in grado di offrire “Akragas” tra gli spazi della vita pubblica, politica e la quotidianità di una vita che tra questi luoghi scorreva tra le consuetudine delle civiltà di orgine.