Crisi idrica, Art. 1 Mdp Gaeta: “Potabilizzatore, incauto intervento di facciata”

“Oramai le negligenze ed inefficienze di Acqualatina rischiano di trasformare il Golfo di Gaeta in un area desertica, tanta è la fantasia e la scarsa parsimonia nella gestione delle risorse finanziarie, nonché l’assoluta approssimazione nella gestione della siccità e la mancanza cronica di programmazione nelle infrastrutture e negli investimenti.”Lo dichiara in una nota stampa Art.1 Movimento democratico e progressista Gaeta.

“Dai dati ufficiali emerge che nel 2003 – continua la nota – la dispersione amministrativa (acqua non fatturata) e fisica (perdite nell’adduzione e nella distribuzione) era del 74% , oggi , dopo ben 15 anni , siamo al 69%; e poi ci limitiamo alle sole dispersioni fisiche, nel 2004 erano il 37%, negli ultimi anni sono costantemente ferme al 45%. Cioè c’è stato un netto peggioramento nelle infrastrutture a fronte di un aumento dei costi è un drastico peggioramento del servizio. Questi sono alcuni dei dati che mostrano in maniera inequivocabile il fallimento di questa triste e dannosa esperienza di gestione e per questo va voltata pagina immediatamente.”


“Noi di Art.1 MDP di Gaeta ci siamo fatti parte diligente e abbiamo concorso in ambito provinciale alla richiesta di intervento da parte della Regione Lazio grazie alla mozione presentata dal nostro consigliere regionale Riccardo Agostini che richiede, tra l’altro, la nomina di un commissario ad acta. Dopo la messa in opera del dissalatore a Formia (fortunamente scongiurata dal voto unanime del consiglio comunale), passando per il dissalatore di Ventotene, la cui installazione il Sindaco Santomauro sta provando strenuamente a scongiurare per la salvaguardia del proprio territorio, arriviamo al cosiddetto “potabilizzatore” nell’area ex Panapesca a Gaeta. Nonostante il consiglio comunale del 31 Luglio, rimangono ancora molti dubbi non fugati, e ci saremmo aspettati dai nostri amministratori una tutela maggiore della cittadinanza e non degli interessi di Acqualatina.”

Questi alcuni degli interrogativi posti da  Art. 1 movimento democratico e progressista Gaeta. “Preso atto che il potabilizzatore è in funzione, e che non si nota alcun miglioramento complessivo nella disponibilità di acqua (cui prodest?), rimangono aperte ulteriori questioni. Quanto è il costo giornaliero del potabilizzatore e quale atto deliberativo/ufficiale assicura che i costi non graveranno sulle bollette dei cittadini? Quanto è il costo al litro al netto delle perdite in rete della acqua potabilizzata? E’ stata certificata la qualità dell’acqua immessa in rete attraverso un’analisi chimico-fisica e batteriologica certificata da un ente “terzo” (ad es. ASL)?”

E ancora, “come è possibile che tali analisi, se espletate, non siano ancora nella disponibilità dell’Amministrazione Comunale e nonostante ciò si immetta in rete l’acqua, senza alcun criterio di prudenza a tutela della salute pubblica? Quale è la composizione dei residui del processo di “potabilizzazione” a osmosi inversa, che pare vengano immessi nell’impianto fognario cittadino, e quale è l’impatto di dette sostanze sull’ecosistema marino anche a valle del processo di depurazione? Questo impianto è l’ulteriore dimostrazione di un incauto interventismo di “facciata” che, con la complice accondiscendenza dell’Amministrazione Comunale, riesce solo a generare un ulteriore spreco di risorse senza alcun miglioramento tangibile per i cittadini.”