Ieri sera, 8 giugno, è andato in scena, al centro sociale di Sezze, l’ultimo dibattito tra i candidati alla carica di sindaco.
Su sette, però, due mancavano all’appello: Sergio Di Raimo e Gaetano Leonoro. In pratica il favorito numero per la leadership al primo turno e quello che, ahi lui, dovrebbe arrivare ultimo. Stando alle previsioni della vigilia…
“Ci sarebbe piaciuto, a poche ore dal voto, sentire dalla viva voce di tutti i contendenti, che risposte vogliono dare ai vari problemi che affliggono il nostro paese –hanno dichiarato lo staff del candidato a sindaco Paride Martella –. Soprattutto sentire da Di Raimo, che dell’amministrazione attuale, al governo da 10 anni, è diretta emanazione, in che modo intende affrontare le emergenze che affliggono la nostra città e quale futuro vede per Sezze. Invece… Possiamo solo immaginare quali sono le sue intenzioni, se verrà eletto sindaco. O rifarci ai dibattiti precedenti.
Una domanda, però, ci ronza per la testa: cosa avrà dovuto fare di così tanto importante da boicottare l’ultimo incontro? Aveva annunciato, ed il presentatore dell’evento lo ha riportato, che sarebbe arrivato in ritardo. Ma poi…
Che sia stato un modo per sottrarsi alle domande, che arrivando in parte dal pubblico presente, avrebbero potuto essere scomode? Noi crediamo di si.
Una scena che ci ha ricordato quando il sindaco uscente Campoli dovette farsi scudo con gli agenti della polizia municipale per difendersi da una folla decisamente ostile. In questo caso la fuga è stata metaforica, ma sempre di fuga trattasi.
O strategia. Gli utlimi sondaggi, commissionati proprio dal suo partito, danno il candidato del Pd in deciso calo. Insomma, basta esposizione del candidato, puntiamo sul simbolo. La storia sta cambiando, quindi. Il 75 per cento di consensi per il centro sinistra setino della tornata elettorale del 2012 è lontano non anni, ma anni luce.
Gli avversari crescono, e noi in primis. Paride Martella è una minaccia concreta per chi, fino ad ora, ha operato non per il bene dei cittadini, ma alle loro spalle, ed i fatti di cronaca di questi giorni lo dimostrano. Sottrarsi al confronto con gli altri, a poche ore dal voto, è l’ultimo, disperato, tentativo di fermare l’emorragia di voti. Ma non basterà”.