Comitato di lotta contro Acqualatina: “Bilancio in attivo per l’azienda, ma scoppia la siccità”

Proprio nei giorni in cui – durante una conferenza stampa – la dirigenza di Acqualatina annunciava trionfante che il Bilancio 2016, avrebbe chiuso con un utile di 17,8 milioni di euro, ecco che a Formia – come in tanti altri comuni della provincia di Latina – è scoppiata la grana siccità, tant’è che si è intervenuti ricorrendo al razionamento della preziosa risorsa”.

Il Comitato di Lotta contro Acqualatina di Formia traccia il suo “bilancio” circa i disagi legati all’erogazione del bene primario.


“Nell’occasione l’amministratore delegato Raimondo Besson – nonché exdirigente della regione Lazio ai tempi della giunta Badaloni e uomo dai mille incarichi accumulati nel corso della sua fortunata carriera – ha tenuto a ricordare che ‘è stato rivisto e irrobustito, congiuntamente con la Conferenza dei sindaci, il Piano degli Investimenti, così da permettere un’accelerazione degli interventi più urgenti e l’inserimento di nuove opere anche e soprattutto al fine di far fronte alla condizione di permanente carenza idrica che sta interessando il territorio italiano’.

Questo clima di euforia ovviamente non è condiviso dai cittadini che si vedono costretti a fare i conti con la drammaticità del razionamento idrico, che colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli, come gli anziani e i malati.

Eppure lo avevamo denunciato – solo qualche settimana fa – del rischio a cui si andava incontro per colpa di come Acqualatina – complice la politica supina ai suoi interessi – ha gestito nell’ultimo decennio il servizio idrico. L’amministratore delegato dai mille incarichi ha parlato di “investimenti per oltre 200 milioni di euro a favore del nostro territorio, di cui oltre 13 milioni solo nel 2016”. Ebbene i cittadini di Formia vogliono sapere come sono stati spesi i soldi, se è vero che – in questi anni – la dispersione idrica invece di diminuire è aumentata. La provincia di Latina ha il non poco invidiabile record nella penisola, con una dispersione che supera abbondantemente il 60%. Le perdite hanno ovviamente acuito gli effetti della siccità, portando a dover razionare l’acqua in tutto il sud della provincia. Che brutta cosa l’abitudine ad abituarsi al peggio, cosa che ti fa accettare supinamente che si possa rimanere senza acqua, nonostante i costi delle bollette per i cittadini siano diventati astronomici. Siamo diventati un paese del terzo mondo (con tutti i rispetto per quest’ultimi).

Ancora peggio la risposta giunta da chi siede in consiglio comunale. Infatti nessun consigliere comunale – né di opposizione né di maggioranza – ha ritenuto opportuno levare la voce contro questo schifo. Tutti zitti, probabilmente ad aspettare che il problema si risolva miracolosamente. Il modello privatistico per cui è possibile fare profitti sull’acqua ha portato questi pessimi risultati, perché questo ha significato puntare più a spennare i cittadini che a offrire loro un servizio efficiente. Non è un caso che ciò avvenga, ma il tutto è semplicemente frutto dell’accordo stipulato tra i grandi gruppi finanziari e la politica dei governi che in questi anni si sono succeduti alla guida del nostro paese. E’ ora di reagire con forza, colpendoli laddove sono più deboli, e cioè nel portafoglio. Per questo motivo è necessario riprendere – con maggior vigore – la campagna di boicottaggio delle bollette. Se non ora quando?”