Campo devastato dai cinghiali, il Parco “micro-risarcisce”

Tutti d’accordo ormai: i cinghiali sono una vera emergenza. Pericolosi e fonti di danni essendo cresciuti troppo di numero. Quando si tratta di ottenere un risarcimento le cose però sono affatto semplici. Ne sa qualcosa un agricoltore di Borgo Grappa che, dopo essersi visto devastare metà del raccolto dai cinghiali, tra sopralluoghi, stime, documenti da esibire, perizie e ricorso agli avvocati, dal Parco Nazionale del Circeo è riuscito ad avere meno della metà di quanto da lui chiesto. E dopo due anni.

L’agricoltore, un 63enne, il 10 luglio 2015 si trovò con il suo campo di pomodori, nei pressi di Villa Fogliano, semidistrutto e subito chiese di essere risarcito. Nell’azienda effettuarono dei controlli gli uomini dell’Utb, il Parco chiese alla vittima numerosi documenti e un parere persino all’Avvocatura dello Stato. Visto che non c’è un disciplinare chiaro per tali situazioni e che la legge non impone il risarcimento integrale del danno, una volta esaminata la perizia fatta fare dal 63enne, analizzando esattamente quale fosse stata la porzione coltivata danneggiata e andando a calcolare anche il costo medio della vendita del pomodoro, l’Ente Parco ha sostenuto che non era possibile pagare i 18.300 euro richiesti dall’agricoltore. L’Ente ne ha proposti solo settemila. O quello o niente. E il 63enne di Borgo Grappa si è dovuto accontentare.