Giudizio immediato per Antonio Miraglia 39enne, Rita Caramanica 32enne e Angelo Miraglia 40enne caporal maggiore dell’esercito e fratello di Antonio accusati, a vario titolo di partecipazione a un’associazione per delinquere di stampo camorristico, illecita concorrenza con minaccia e violenza, detenzione di armi e ricettazione, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare una associazione camorristica.
La richiesta del pubblico ministero Sasso Del Verme è stata accolta dal gup D’Urso del tribunale di Napoli.
Il 24 febbraio scorso Antonio Miraglia è stato raggiunto da provvedimento di custodia cautelare in carcere mentre si trovava ai domiciliari a Gaeta da dove, secondo gli inquirenti, partecipava all’organizzazione camorristica operante sul territorio di Mondragone che inizialmente faceva capo ad Augusto La Torre, poi da Angelo Gagliardi a seguire dai fratelli Fragnoli.
Il 39enne dalla cittadina pontina riusciva ad intrattenere i rapporti con gli affiliati del clan e a svolgere le sue “attività” grazie al supporto della moglie Rita Caramanica, la 32enne originaria di Formia e del fratello che facevano arrivare i “pizzini” agli altri membri del gruppo malavitoso.
Sono state le intercettazioni ambientali e telefoniche a rendere possibile la ricostruzione di quanto si consumava dall’abitazione di Gaeta, dove l’uomo era ristretto. Un filo diretto tra il sud pontino e … la camorra.