Denaro e Rolex, confermato il sequestro dei beni di “Pupetto”

Ferdinando Di Silvio

Restano i sigilli sul denaro e gli orologi di pregio trovati dalla Polizia, al momento dell’arresto, a casa di Ferdinando “Pupetto” Di Silvio. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato contro quel provvedimento dal padre del giovane di origine nomade, Armando detto “Lallà”.

A dicembre la Mobile arrestò “Pupetto” e altri tre per una vicenda di estorsione ai danni del ristoratore. Gli investigatori, nel corso dell’arresto, perquisirono l’abitazione dove viveva Ferdinando Di Silvio, trovando 7.250 euro in una cassaforte in cucina e due Rolex in camera da letto. Quei beni, ritenendoli frutto di illeciti e sproporzionati rispetto al reddito legale del giovane, vennero sequestrati.


Il padre Armando ha fatto ricorso, sostenendo che quel denaro e quegli orologi erano suoi, essendo tra l’altro stati trovati in casa sua, essendo quell’abitazione di sua proprietà e non del figlio. Giustificazioni che non hanno convinto i giudici.

Il provvedimento è stato così convalidato prima dal Riesame, il 17 gennaio scorso, e ora dalla Corte di Cassazione.