Si vedono ancora, questa volta lato mare, gli effetti dello sversamento che lo scorso fine settimana ha letteralmente bruciato centinaia di pesci nel canale romano all’altezza di Torre Paola. Gli accertamenti sono in corso anche se i primi dati com’è noto sono arrivati, analisi da cui si evince che nel canale i livelli di sostanze acide e cloro erano molto alti. I binari su cui si procede sono due, da un lato si sono mobilitati diversi Enti tra cui il Parco per proseguire con gli accertamenti, dall’altro si chiedono anche interventi al Ministero dell’Ambiente come fatto dal deputato Ermete Realacci con un’interrogazione.
Nella giornata di ieri, sul lungomare di Sabaudia gli effetti dello sversamento sono stati immortalati, c’è necessità di chiarimenti in primis per chi a Sabaudia ci vive e per chi arriva a visitare la città magari per trascorrere una giornata al mare. Il fenomeno è stato estemporaneo, sarebbe quindi sbagliato creare allarmismo per quanto riguarda uno dei litorali più belli d’Italia ma questo non vuol dire che non sia necessario individuare subito chi ha scaricato acidi nel canale. Che sarebbero comunque in parte finiti in mare in considerazione di un episodio. Un sub avrebbe riportato degli eritemi dopo essersi immerso in quelle ore non lontano da Torre Paola.
Ed è proprio dalla spiaggetta sotto la torre che arrivano foto di pesci morti e banchi di posidonia. In acqua altri pesci che probabilmente nella notte saranno finiti sulla spiaggia. Passeggiando sulla spiaggia sono state notate anche carcasse di gabbiani ed un cormorano, ancora vivo ma con le ali quasi del tutto “bruciate”. E poi ancora carcasse di pesci probabilmente trasportati dalle correnti, lato ville.