Il Comune di Maenza con Decreto Legislativo n. 383 del 17 marzo 1927, convertito in legge il 7 giugno del 1928, a seguito della proposta podestarile del Comune di Priverno, fu accorpato a quest’ultimo comune, divenendone una frazione. In quei venti anni, Maenza che aveva un’esperienza secolare di Comune soffrì oltre che le angherie fasciste anche i disagi del trasferimento di tutti gli uffici.
L’amministrazione comunale intende celebrare la ricorrenza dei settant’anni della ritrovata autonomia (Decreto Legislativo 7 marzo 1947 n. 194 del Capo Provvisorio dello Stato) con una serie di eventi. Lo scopo è non solo ricordare la storia di quei venti anni, ma segnalare il sacrificio e le lotte del popolo maentino contro le angherie dei podestà, la guerra, la liberazione che non fu incruenta. Allontanati gli eserciti, riprese la strada della ricostruzione, la lotta per il possesso delle terre delle paludi la ricerca del lavoro. Ma Il primo obiettivo dei Maentini fu di ritrovare l’autonomia.
Il sindaco Claudio Sperduti ci ha tenuto a sottolineare: “E’ importante ricordare un’epoca difficile per Maenza, sottomessa con un provvedimento iniquo, basato su un falso, al vicino comune di Priverno. Maenza nel 1928 perse l’autonomia e divenne frazione con tutte le conseguenze del caso e le difficoltà per lo svolgere della vita civile. Gli abitanti di Maenza furono costretti per 19 anni a rivolgersi per tutti gli atti amministrativi, per problemi di tasse, scuola, tessere annonarie, certificazioni e matrimoni al Comune di Priverno che dista 12 Km, dal centro abitato e che diventavano venti per chi risiede nelle zone di Montacuto, Le Rose e Valle Sante Maria. A questi eventi di maggio ne seguiranno altri nel corso dell’anno che l’amministrazione ha definito ma di cui se ne stanno valutando i dettagli organizzativi”.
Felice Cipriani, scrittore della Memoria che ha collaborato nell’iniziativa e ha scritto il libro “Maenza, Priverno e i Lepini durante Ventennio” ha dichiarato: “Il fascismo impoverì ancor di più Maenza e gli altri Centri Lepini. Su questi comuni pesava l’ipoteca di aver sostenuto le lotte socialiste negli anni che seguirono il primo conflitto mondiale. Caduto il fascismo arrivò la guerra con le distruzioni, lutti e miserie. La liberazione degli alleati, che a Maenza portò altri drammi perché assieme agli alleati americani arrivarono i Goumiers, soldati marocchini e algerini al seguito dell’esercito francese che usarono violenze e stupri su alcune donne, uccisero Abele Felici e ferirono altri uomini che si erano posti a difesa delle donne e dei loro beni”.
Il programma del ricordo dei 70 anni inizia sabato 13 maggio alla ore 17 presso la “Loggia dei Mercanti” con la presentazione del libro di Felice Cipriani su ricordato. Venerdì 19 maggio dalle 9.30 ci sarà la cerimonia che prevede la deposizione di una corona alla base del monumento che ricorda i caduti. Il corteo con i gonfaloni dei vari comuni della Provincia e della Regione Lazio si trasferirà nella piazza d’Armi del Castello ove ci saranno i ricordi, i saluti e le testimonianze del sindaco di Maenza, del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del Sottosegretario Sesa Amici, del Prefetto di Latina Dr. Pier Luigi Faloni, della Presidente della provincia Avv Eleonora Della Penna, del Presidente della Compagnia dei Lepini Quirino Briganti e del sindaco di Latina Damiano Coletta.
Parteciperanno rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, dell’Aereonautica, delle Forze di Polizia, sindaci e amministratori locali di vari comuni della provincia.