Neonata venduta e poi restituita perché mulatta: alla madre i Servizi sociali tolsero il primo figlio

La bimba in braccio a un poliziotto

Prima di partorire la neonata venduta e poi tornata indietro perché “troppo scura”, la 24enne romena Nicoleta Tanase, finita agli arresti domiciliari con la donna acquirente della bimba e un mediatore, aveva portato a termine un’altra gravidanza. Madre un’altra volta di un bimbo che non sta crescendo: nato nell’ottobre del 2014 dalla relazione con un marocchino ora in carcere, le era stato tolto poco più tardi dai Servizi sociali.

A raccontare questo particolare, in sede d’interrogatorio, la stessa giovane straniera domiciliata ad Anzio, benché considerata dal gip Laura Matilde Campoli “particolarmente incline alla menzogna e a ogni sorta di falsità”. Giudice per il quale l’altra donna arrestata, la 35enne di Borgo Podgora Francesca Zorzo, che dopo due aborti spontanei secondo le indagini della polizia aveva deciso di essere madre per forza al costo di 15-20mila euro, ha dimostrato “l’assenza di ogni scrupolo”. Proprio allo stesso modo del terzo coinvolto, il 48enne marocchino residente a Latina Youssef Berrazzouk, il mediatore, definito peraltro “personaggio intraprendente” e “inquietante”.


I tre indagati avrebbero trattato la neonata alla stregua di un animale domestico o di un capo di bestiame. Gli accordi per la vendita, il parto, l’affannata corsa burocratica per tentare una registrazione farlocca. A seguire, il nuovo passaggio di quel corpicino di mano in mano. Anzi, una sequela di passaggi: la restituzione “per difetto”, essendo mulatta, fatta al mediatore; la consegna da quest’ultimo alla madre naturale; fino alla successiva consegna, quella finale, al padre. Seppure con un ruolo marginale, l’unico che pare uscire bene da questa storiaccia.

Richiedente asilo nativo del Mali, si era preso in carico la piccola accudendola per il meglio, come accertato dagli dalla polizia al momento del rintraccio della bambina con annesso blitz dall’uomo. Che era anche finito per essere ricattato dal 48enne Berrazzouk: sfumato l’affare principale, stando alle risultanze investigative pretendeva dei soldi in cambio dei documenti della neonata. Ora in una località protetta: è temporaneamente in affidamento presso un istituto religioso.