La Caritas chiude, il Comune garantisce i pasti, l’ex consigliere sbotta: strizzata d’occhio “alla Chiesa”

Augusto Ciccolella abbraccia il sindaco Bartolomeo dopo la vittoria del 2013 al ballottaggio. Altri tempi

La “staffetta di solidarietà”, così l’avevano definita dal Comune, non piace per niente all’ex consigliere Augusto Ciccolella: a suo dire, quella messa in campo dal sindaco Sandro Bartolomeo e i suoi per sopperire alla momentanea chiusura della Caritas non sarebbe altro che un’interessata strizzata d’occhio alla Chiesa.

Nei giorni scorsi dall’amministrazione formiana in previsione dello stop dal 2 maggio ad inizio luglio, causa lavori di manutenzione ed adeguamento, del servizio mensa della Caritas locale, avevano annunciato di aver messo a disposizione degli utenti del centro diocesano, in accordo con la società appaltatrice del servizio di mense scolastiche, il centro di cottura comunale di via Spaventola.


Pasti caldi per i bisognosi nonostante tutto, dunque. Pasti andati però di traverso a Ciccolella, entrato in scena in qualità di referente di zona del “Partito del Sud” e del movimento “Anima Popolare”: ferma disapprovazione di fronte alla decisione dell’amministrazione di sfamare gli abituali ospiti della Caritas. Ma non certo per mancanza di sensibilità nel loro confronti, dice.

Ciccolella punta il dito contro il sindaco, accusato di “compiere solo azioni atte ad accaparrarsi i favori della chiesa” e non certo per spirito di solidarietà. Fosse un po’ più attento alle politiche sociali e alle esigenze dei cittadini, incalza, “destinerebbe le somme che spende per la tendopoli al porto e quelli che spenderà per quest’altra iniziativa alle famiglie formiane. I servizi sociali infatti alle famiglie ed alle persone bisognose versano non più di 150.000 euro annui, una cifra ridicola che non dà un concreto aiuto ma è un piccolo obolo dato anche con metodi arroganti”.

Il Comune di Formia

Di cifra in cifra: “La tendopoli del porto fino al 2016 è sempre costata 70.000 euro, mentre si lesinano aiuti ai nostri concittadini. La cosa è ancor più fastidiosa – continua l’ex consigliere – in quanto doveva essere la Caritas stessa a provvedere ad un servizio alternativo visto che questo servizio ha sempre ottenuto un guadagno come lo ottengono tutti coloro che ospitano gli extracomunitari”.

“Non capisco perché la Caritas guadagna ed i formiani debbano pagare”, sottolinea ancora. Per poi rivolgere un appello all’amministrazione affinché riduca i costi per mensa e trasporto pubblico, andando a pesare meno sulle tasche delle famiglie in difficoltà. “Le somme per sostituire i mancati incassi – Ciccolella ne è convinto – si possono trovare annullando i gettoni di presenza di consiglieri e giunta ed eliminando almeno per un anno i contributi ad associazioni, tecnici e stupidate varie”.