Dignitosa e riuscita iniziativa unitaria di memoria del 25 aprile a Formia, al Parco Gramsci, anche in occasione dell’ottantesimo della morte di Antonio Gramsci (27 aprile 2017) e dell’assassinio di Carlo e Nello Rosselli (9 giugno 1937).
La mattinata ha avuto tre momenti celebrativi:
il primo, in collaborazione con il Partito della Rifondazione Comunista e con la lodevole presenza del Comune, con un delegato del sindaco di Formia, con due vigili in alta uniforme, che portavano la corona di alloro al busto suddetto, con interventi per l’Anpi della prof.ssa Ada Filosa, per la FIAP del prof. Nicola Terracciano, dell’ing. Giovanni Nardella per il Partito della Rifondazione Comunista.
Rifondazione e ANPI e la Fiap avevano portato ognuna un fascio di fiori, posti sotto la corona. Si è ricordata anche la recente scomparsa dello storico compagno di Rifondazione Comunista di Formia Aldo Di Cuffa.
Al termine di essa, si è avuta la fase più propriamente FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane), con un grande pannello al centro dell’emiciclo, dopo le note di ‘Bella Ciao’, con gli interventi di Dario Gargiulo per Articolo Uno. Movimento Democratico e Progressista, di Maria Rosaria Battaglia per Sinistra Italiana, del segretario Franco Meschino per la CGIL, con conclusioni dell’organizzatore Nicola Terracciano. Tutti i relatori hanno insistito sull’importanza della festa civile popolare repubblicana del 25 aprile, sul dovere dell’impegno civile e politico e dello schierarsi, contro l’indifferenza ed il disimpegno, sul valore perenne della memoria dell’Antifascismo e della Resistenza e dei sacrifici e dei Martiri sulle montagne e nelle città di tutte le fedi politiche, che hanno sentito il dovere della dignità personale e di popolo contro la dittatura fascista e l’occupazione nazista, per tornare ad un regime di libertà e di giustizia.
Questi erano i valori, le stelle polari indicate nel grande pannello FIAP disposto nell’emiciclo, con le bandiere italiana ed europea in alto: ‘Per l’Unità ! Per la Pace ! Per la Libertà ! Per la Giustizia ! Per il Lavoro !” con i volti di Gramsci, di Carlo e Nello Rosselli, di Giacomo Matteotti, di Piero Gobetti, di Giovanni Amendola, di Bruno Buozzi, con la fotocopia del periodico antifascista fiorentino “Non mollare”, che è il dovere di chi si sente erede autentico della Resistenza e che quindi la continua. Altra frase che campeggiava “Senza memorie nobili, costantemente richiamate ed onorate, un Paese non ha futuro.”
Terracciano ha ricordato il legame di memoria verso la figura di Gramsci da parte di Carlo Rosselli, che fu uno dei sei relatori al meeting in ricordo di Gramsci a Parigi del 22 maggio 1937 (con intervento finale di Bruno Buozzi) per il movimento rivoluzionario antifascista da lui fondato nel 1929 “Giustizia e Libertà”, dopo che il numero di aprile dell’omonimo periodico aveva dedicato la facciata e un primo articolo alla morte di Gramsci.
Il testo dell’intervento di Carlo Rosselli fu l’ultimo suo scritto, si crede, giacchè sarà assassinato atrocemente il 9 giugno, 18 giorni dopo, col fratello Nello, a Bagnoles de l’Orne in Normandia dagli equivoci terroristi della “Cagoule” su mandato del fascismo, ricevendo armi e mezzi in cambio.
Aveva inviato l’adesione all’iniziativa il Gruppo Regionale del Lazio di Articolo Uno. Movimento Democratico e Progressista, nella persona della consigliera Rosa Giancola, che doveva intervenire, ma era stata impegnata improvvisamente altrove, e che aveva mandato anche una sua preziosa riflessione.
Il terzo momento si è avuto con il corteo soprattutto di amici e compagni (alcuni venuti dalle province di Napoli e di Caserta) di Articolo Uno. Movimento Democratico e Progressista, della CGIL e della compagna Battaglia di Sinistra Democratica alla lapide della vicina ex Clinica Cusumano, sita in Via Appia Lato Napoli, n.30, portando il secondo fascio di fiori e gridando insieme che Gramsci, Carlo e Nello Rosselli e tutti Martiri dell’Antifascismo e della Resistenza non sono morti, ma “vivono” nella memoria di chi continua a testimoniare e a difendere i valori universali di dignità, di libertà, di giustizia sociale, per i quali essi hanno dato la vita.