Operazione “Circe”, in quattro decidono di rispondere al giudice

Sono comparsi stamattina anche Giacomo Spinosa, Antonio Di Meo, Luigi Leone e Giancarlo Di Meo – arrestati nell’ambito dell’operazione “Circe” della Polizia di Gaeta – davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro, per l’interrogatorio di garanzia.

A differenza degli altri sei raggiunti da misura restrittiva che ieri hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, Spinosa, i fratelli Di Meo e Leone hanno risposto alle domande del giudice.


Spinosa, difeso dagli avvocati Pasquale Di Gabriele e Giovanni Valerio,  ha voluto chiarire la sua posizione spiegando che durante le festività natalizie aveva ceduto a titolo gratuito sostanza stupefacente. I due avvocati hanno chiesto che il loro assistito, ristretto ai domiciliari, venga rimesso in libertà.

Leone, invece, difeso dall’avvocato Maurizio Forte, ha negato intanto alcun coinvolgimento nello spaccio dello stupefacente , ma anche di aver mai effettuato minacce.  Anche in questo caso il legale ha presentato istanza di scarcerazione o comunque di applicazione di una misura meno afflittiva.

I due fratelli Di Meo, difesi entrambi dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, hanno scelto anche loro di rispondere al gip. Giancarlo, rinchiuso in carcere, ha chiarito di essere un assuntore, ma non uno spacciatore; mentre il fratello Antonio , ai domiciliari, si è dichiarato completamente estraneo e ha chiarito i contenuti di alcune telefonate che agli inquirenti erano risultate poco chiare. Anche per i due fratelli l’avvocato di fiducia ha presentato richiesta di scarcerazione per il primo o comunque di una misura meno afflittiva, per il secondo la revoca della misura.