Rita Leone, Mirella Seva, Giovanni Di Nucci, Paolo Pellecchia, Fiori Markja e Sossio Nico Cennamo, tutti e sei raggiunti da misura restrittiva nell’ambito dell’operazione “Circe” svolta dagli uomini del Commissariato di Polizia di Gaeta, sono comparsi stamattina per l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro.
Nella stessa mattina di oggi l’avvocato Macari ha presentato istanza di revoca o comunque di modifica della misura applicata a seconda della posizione di ciascuno dei suoi assistiti. Probabilmente una richiesta di revoca della detenzione in carcere o in seconda istanza di applicazione di una misura meno afflittiva – i domiciliari quindi – per Cennamo il quale, è stato ritenuto dagli investigatori una delle due menti a capo degli altrettanti gruppi operanti sul territorio di Gaeta nello spaccio della droga. L’altra mente, quella del gruppo concorrente – sempre secondo le risultanze investigative -, sarebbe stata Rita Leone, dalla quale prende il nome dell’intera operazione, “Circe”, invece è stata ristretta ai domiciliari in prima battuta a causa della situazione familiare.
In cinque giorni il sostituto procuratore che ha coordinato le indagini svolte dagli agenti coordinati dal vicequestore Maurizio Mancini, Roberto Nomi Bugarini, esprimerà il suo parere sulla modifica o la revoca delle misure in cinque giorni e solo dopo il gip si pronuncerà.
Si resta, invece, in attesa dell’interrogatorio degli altri quattro arrestati, all’udienza fissata per venerdì.
In quella circostanza Giacomo Spinosa, Antonio Di Meo, Luigi Leone e Giancarlo Di Meo, difesi dagli avvocati Pasquale Di Gabriele, Giovanni Valerio, Antonio Urciolo e Maurizio Forte saranno chiamati a comparire per l’interrogatorio di garanzia. Resta da vedere se anche in questo caso i difensori faranno avvalere i loro assistiti della facoltà di non rispondere.