Il ritorno a Itri dopo la guerra in Russia: ”Cristofor’ iev’ muor’ Cristofor’ ste’ a che” (#video)

E’ un’icona per Itri, un vanto per la sua generazione e una fonte inesauribile di esperienze di vita per i giovani.

Cristoforo Soprano, 96 anni di Itri, ha speso la sua vita tra le campagne al lavoro come allevatore e agricoltore e continua ancora oggi a raggiungere il suo appezzamento: per lui come per tutti gli itrani la terra e i suoi frutti, gli ulivi in particolare, rappresentano una ragione di vita. Avvolto dal calore della sua famiglia il longevo 96enne a parte la passione per la terra prende l’energia che gli occorre dal calore della sua famiglia.


E’ un uomo attivo, vive solo in località “gliù Caon’”, gli piace poter avere la sua autonomia, perché è lucido, attivo. Una lucidità che vive nella quotidianità, ma anche nel ricordo del passato, un passato difficile da dimenticare legato alla guerra in Russia che lo ha portato via da casa quando aveva solo 18 anni. Sei anni difficili, inimmaginabili che Cristoforo racconta con serenità a distanza di così tanti anni, non nascondendo il dolore di quel lungo periodo. Un lasso temporale ricco di eventi tragici, ma anche di una gioia immensa dovuta al ricongiungimento con il suo paese di origine e la sua famiglia.

Affetti che nei sei anni in Russia sono stati l’unico vero alimento, utile a sostentarlo per dargli l’energia necessaria a fare ritorno. In quel periodo a Itri sapevano che i  figli di Maria Carmine erano morti e Cristoforo, per essere certo delle sorti di uno dei suoi fratelli, aveva raggiunto la Grecia, dove aveva avuto conferma da un commilitone e amico del fratello (nu napulitèn) che quest’ultimo era effettivamente morto sotto i colpi di una mitragliatrice durante una battaglia in Grecia. Ancora una volta, però, è stato l’amore per la famiglia a sostenerlo oltre quello per la donna amata, Eleonora. Una forza che ha trovato anche grazie a una lettera d’amore della sua Eleonora che l’allora giovane itrano ha utilizzato un pezzetto alla volta per fumare il tabacco, fino a lasciare come ultimo pezzo solo la scritta “Ti amo Cristoforo”. Una frase che ha custodito gelosamente fino a quando, forse disperato, ha deciso di utilizzare anche quella per fumare quel po’ di tabacco residuo.

Pensava di non farcela, che magari Eleonora non sarebbe riuscita ad aspettarlo così a lungo. Chissà. La disperazione della guerra, degli amici morti, della distruzione… devono averlo segnato per sempre. Eppure Cristoforo ha trovato l’energia, la forza necessaria ad affrontare un viaggio andato avanti almeno un mese tra treni e lunghe camminate è riuscito a tornare a Itri.

Disorientato è arrivato nei pressi della sua abitazione dove c’erano chiari i segni dei bombardamenti e tra le macerie ha trovato la “fornara” alla quale ha chiesto: “Signora bella come stanno mamma e papà?”. Ma la donna non lo ha riconosciuto e gli ha chiesto: “A chi si figlio?”. E lui: “A Maria Carmine”. Una volta ricevute rassicurazioni che la sua famiglia stava bene, Cristoforo, ormai 26enne, ha chiesto alla fornaia di avvertire i suoi ma pregandola di dire loro che era stato visto a Roma così da non provocare in loro un’emozione tanto forte da rischiare di farli sentire male. Ma la donna non è riuscita, è corsa a casa Soprano e ha detto: “Giù c’è Cristoforo”.

Inevitabilmente i due genitori hanno appreso la notizia con grande sorpresa e con un incontrollabile tremore provocato da un misto di incredulità ed emozione a causa dell’idea che era ormai sedimentata nella mente dei coniugi che anche Cristoforo fosse morto in guerra. Anche Eleonora, con sua grande sorpresa, lo aveva aspettato. Una gioia immensa il ricongiungimento che ancora oggi Cristoforo racconta manifestando l’emozione vissuta in quel momento.”Cristofor’ iev’ muor’ Cristofor’ ste’ a che”.

A PAGINA 2 – “Il racconto del viaggio di Cristoforo Soprano in un video”