Il Meetup “Amici di Beppe Grillo di Fondi” dice la sua sul MOF:
“Leggendo la lettera di Addessi, (A.D. del MOF) a Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, a nostro avviso emerge una grande ipocrisia da parte di chi da più di 20 anni gestisce quello che era il volano dell’economia fondana.
La grandezza del commercio ortofrutticolo di Fondi si deve ad alcuni uomini coraggiosi che, per molti anni, hanno reso Fondi il centro nevralgico dello smistamento dell’ortofrutta tra il sud, il nord Italia e l’Europa. Questi uomini, con poca cultura ma grande spirito imprenditoriale, hanno rischiato ed hanno vinto la loro sfida; lo hanno fatto nei vicoli del paese, senza strutture, senza soldi pubblici, grazie a loro Fondi è diventato il primo mercato ortofrutticolo d’Europa.
Ma le cose col tempo mutano: cambiano le abitudini alimentari e la società stessa, e questo cambiamento va colto. Servono nuove strategie commerciali ed è necessaria una nuova visione, quella visione che hanno avuto alcuni Fondani dopo la guerra trasformandosi da contadini a commercianti.
La responsabilità della crisi del Mof è anche e soprattutto della dirigenza che non ha la capacità, forse per i troppi legami, viziati, con la politica e con alcuni operatori, di fare quelle scelte che possono cambiare lo stato delle cose. C’è bisogno di un nuovo Piano industriale che colga la trasformazione in atto nel commercio Agroalimentare.
Da semplici cittadini pensiamo che si debba ripartire dalle produzioni locali, incentivandole, caratterizzandole, innovandole; si dovrebbe avere il coraggio di aprirsi al mondo del Bio, cosa totalmente assente al Mof, tanto nella produzione quanto nella commercializzazione. Bisognerebbe avere una visione lungimirante, immaginando il futuro dell’Ortofrutta con una previsione a 20/30 anni, e per farlo ci vuole coraggio perché si corre il rischio di fallire, ma si ha altresì la certezza che continuando così abbiamo già fallito.
Come attivisti del Movimento 5 Stelle di Fondi pensiamo che sia giunto il momento per un cambio totale ai vertici delle diverse aziende che formano l’asset amministrativo e dirigenziale dell’intera struttura (Imof, Mof, Agrofondi e la miriade di Società collegate create, il più delle volte, solo per la gestione di tantissimi soldi pubblici che alla fine non hanno portato niente di produttivo).
I vertici di un’azienda, quando vengono a mancare risultati positivi, lungimiranza e capacità imprenditoriale, per rispetto degli operatori, delle maestranze e dei tantissimi soldi pubblici che si amministrano, devono avere l’umiltà di dimettersi e dare la possibilità a nuovi amministratori di cambiare le cose. Se non lo fanno, visto che amministrano soldi pubblici, occorre intervenire. Ci auguriamo a questo punto che la Regione abbia il coraggio di commissariare tutte le società del Mof e che venga nominata una nuova dirigenza, un nuovo Presidente ed un nuovo Vice Presidente (dimissionari da anni e mai sostituiti), un nuovo Amministratore Delegato e soprattutto un nuovo direttore, che non sia ostaggio di una dirigenza a cui interessa solo e soltanto il potere fine a sé stesso”.