La scarcerazione dei boss di camorra e la paura che tornino a “operare”

La paura che i clan possano tornare a organizzarsi è forte e sentita soprattutto tra la gente.

Con la scarcerazione di Carmine Zagaria, fratello del più noto Michele Zagaria, uscito dalla casa circondariale di Sulmona due giorni fa, torna il timore che i Casalesi possano tornare a “operare”.


Ad accrescere la paura l’ulteriore notizia di un’imminente scarcerazione di Augusto La Torre che sin da ragazzo guidò il clan dei Chiuovi a Mondragone. Un gruppo criminale quest’ultimo dominante non solo nell’alto casertano, ma anche lungo la costa Domizia e fino al basso Lazio. E a conferma degli interessi di Augusto La Torre nel territorio pontino il primo grande sequestro eseguito nei confronti della sua famiglia nel 1992, beni immobili per il valore in euro di duecentotrenta milioni, tra cui una villa a quattro livelli, a picco sul mare, in zona Ariana di Gaeta, progettata come la villa dell’imperatore Tiberio, con piscina arredata con labirinto subacqueo.

E se il 49enne, quarto fratello Zagaria ha “anticipato” la sua uscita dal carcere grazie alla buona condotta – avrebbe dovuto scontare otto anni e invece è stato messo fuori dopo sei anni e mezzo – la prospettiva che anche La Torre possa tornare preso nella sua Mondragone è un’eventualità che sembra sempre più vicina visto che la sua pena detentiva è stata ridotta in quanto collaboratore di giustizia.

La gente che ha vissuto e ricorda bene i due clan e l’efferatezza con cui hanno operato trema all’idea. Sembra però che gli investigatori ritengano questa eventualità remota in quando sarebbero troppi i capiclan ancora detenuti. Resta, però, la necessità di tenere ben monitorate aree di interesse delle organizzazioni malavitose e, perché no, anche i diretti interessati.