“Lotta agli sprechi”, “trasparenza” e “partecipazione”. Come pensa che quelli che lei ritiene dei pilastri del suo programma, possano entrare nel tessuto amministrativo, qualora lei venga eletto sindaco?
“Oggi il bilancio è sul sito del Comune, ma praticamente illeggibile. Questa non è trasparenza. Lo renderemo facile da consultare anche per un bambino. Ogni mese incontrerò poi i cittadini in apposite riunioni pubbliche. Incontrare i cittadini serve per la trasparenza, oltre che per la partecipazione. Perché davanti a tutti, un cittadino può chiederti: ma quei 10.000 Euro che avete dato a tizio, a che pro? E tu, Sindaco, devi dirlo davanti a tutti”.
Quali sono altre politiche di sviluppo per il territorio che sono presenti nel suo programma elettorale?
“Viverci non più come una città separata, ma come un territorio. In questo senso migliorare la nostra viabilità e mobilità (metropolitana leggera, parcheggi, collegamenti via mare). Ma soprattutto recupero delle aree industriali dismesse: su questa cosa dobbiamo essere ferrei, non possiamo più sopportare di vedere certi scempi nella nostra città”.
La politica si dice sia in crisi, secondo lei lo è anche a Gaeta? Al momento siete otto a concorrere per la carica di primo cittadino? O il proliferare di aspiranti primi cittadini è segno che qualcosa stia cambiando?
“La partecipazione è un bel segnale, ed è bello che siamo in tanti secondo me. Certo, anche trovare una sintesi sarebbe stato un bel segnale di unità. Tutte le candidature sono da rispettare e anche quelle non si possono condividere secondo me per motivi validi, alla fine meritano rispetto”.
Perché gli elettori gaetani dovrebbero votare lei e non uno dei suoi sfidanti?
“Perché sono lontano e lo rimarrò dalle logiche cui abbiamo assistito fino ad ora e punto ad un vero cambiamento di mentalità, a partire da uno stile amministrativo trasparente, inclusivo, e orientato allo sviluppo di tutti i cittadini”.