Arrestato mercoledì sera dai carabinieri di Sabaudia, con l’accusa di aver picchiato la compagna, Sergio Fontanieri, 57 anni, originario di Roma ma residente nella città delle dune, è stato subito rimesso in libertà. Il giudice del Tribunale di Latina, Maria Assunta Fosso, non ha neppure convalidato l’arresto, rimettendo gli atti alla Procura, e ha solo disposto come misura di sicurezza l’allontanamento dell’imputato dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla donna.
Secondo il sostituto procuratore Marco Giancristofaro, il 57enne si era reso responsabile di maltrattamenti in famiglia, sottoponendo a continue vessazioni la compagna, una 47enne, e di lesioni, avendo picchiato la donna con calci e pugni, provocandole tumefazioni, ferite ed ecchimosi giudicate dai medici guaribile in dieci giorni.
Il pm Alessio Sterzi, in aula, ha chiesto per Fontanieri la convalida dell’arresto e la misura della custodia cautelare in carcere. Il giudice Fosso ha invece deciso diversamente.
Il Tribunale ha preso atto che mercoledì sera la convivente dell’imputato, difeso dall’avvocato Vincenzo Macari, si era presentata presso la caserma dell’Arma, denunciando il 57enne e riferendo di essere vittima di episodi di violenza sia fisica che psicologica da due anni, che per “quieto vivere” non aveva mai denunciato e per cui non si era neppure fatta refertare. Convocato Fontanieri in caserma, quest’ultimo si sarebbe rivolto alla compagna dandole dell’infame ed è stato arrestato.
Per il giudice Fosso non vi era alcuna flagranza di reato. I carabinieri non hanno assistito all’aggressione, l’imputato non è fuggito e davanti ai militari, pur assumendo un atteggiamento “genericamente aggressivo” non ha posto in essere “ai danni della persone offesa condotte tali da potersi ritenere l’ultimo episodio idoneo ad integrare il reato di maltrattamenti”.
L’imputato, ammettendo la lite, ha poi aggiunto di essere stato a sua volta colpito dalla convivente, riportando contusioni giudicate guaribili in tre giorni. E anche la donna ha ammesso di “aver tentato di reagire all’aggressione come meglio poteva”.
Il giudice non ha quindi convalidato l’arresto ed emesso la misura a tutela della parte lesa.