“Il Comune di Sperlonga è stato ed è da molteplici anni interessato da innumerevoli sequestri e procedimenti giudiziari che coinvolgono sempre la stessa persona: l’attuale sindaco nonché ex presidente della provincia di Latina Armando Cusani, i suoi amministratori e i funzionari pubblici dallo lui stesso nominati ad hoc. Tutte le vicende riportate dai media evidenziano l’esistenza, a Sperlonga e nella Provincia di Latina, di una lobby affaristico-istituzionale o politico-malavitosa atta a condizionare l’attività giudiziaria, investigativa ed istituzionale, con intrecci di infiltrazioni campane gravate da possibili collegamenti con la criminalità organizzata”.
A sostenerlo è il senatore M5S Mario Giarrusso, componente della Commissione antimafia. “Perseguendo i singoli casi senza una visione globale – prosegue il senatore – accade che tutti i reati compiuti dal ‘Sistema Sperlonga’ continuino ad essere rubricati come reati individuali e di criminalità comune, attribuiti ai soli esecutori materiali delle singole azioni, attraverso procedimenti non coordinati e condotti tra l’altro con esasperante e poco comprensibile lentezza, così da incorrere nella decadenza a causa delle prescrizioni. In questo modo si alimenta a Sperlonga e nel Sud Pontino la sfiducia dei cittadini che, piuttosto che denunciare inutilmente, tacciono per non esporsi alle proterve ritorsioni che questo sistema marcio e corrotto sa mettere in campo. Nonostante l’evidente e documentata natura dei coinvolgimenti esterni, la Procura di Latina non si è mai premurata di allertare la Direzione Nazionale Antimafia, silenziando un’evidente collusione del territorio con la criminalità organizzata“.
Il M5S ha presentato un’interrogazione parlamentare a prima firma Giarrusso, per chiedere ai ministri dell’Interno e della Giustizia di attivarsi affinché venga nominata una commissione di accesso agli atti ‘al fine di evidenziare la sussistenza di eventuali collegamenti tra amministratori, funzionari pubblici e possibili personaggi appartenenti alla criminalità organizzata nonché l’invio di ispettori presso il Tribunale di Latina’. ‘Quanto descritto, conclude Giarrusso, evidenzia l’esistenza di uno stato corruttivo del sistema istituzionale locale che non ha più nulla a che fare con la legalità e con i principi fondamentali della nostra costituzione'”.