Non tornano le motivazioni e nemmeno i tempi, l’ex consigliere Giada Gervasi ripercorre ancora una volta i passaggi che portarono alla sfiducia dell’ex sindaco Maurizio Lucci per replicare all’ex collega di minoranza Amedeo Bianchi. L’esponente di Cittadini al lavoro era pronta ad andare al voto molto prima ed in più di un’occasione l’aveva dichiarato. Questo poteva significare una cosa sola e cioè che sulla sfiducia non c’era stato nessun tentennamento e che anzi, al contrario se fosse stato per la candidata a sindaco di Cittadini al Lavoro il governo Lucci sarebbe caduto ancora prima.
A conferma dei passaggi fatti, sottolinea la Gervasi nella sua replica, ci sono anche gli articoli di stampa con le sue dichiarazioni. Insomma con quanto dichiarato da Bianchi soprattutto non tornano i tempi. E allora perché l’attacco sulla sfiducia? Dalla segreteria provinciale del Partito Democratico, rappresentato da Bianchi a Sabaudia che correrà come candidato sindaco, alcune settimane fa era arrivato un documento in cui si evidenziava come non fossero stati trovati accordi con l’ex consigliere Gervasi. Che quindi ha confermato la sua volontà di correre come civica.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI “Per fortuna ci sono i giornali – commenta Giada Gervasi – che parlano e che smentiscono, ancora una volta, quanto dichiarato dal signor Amedeo Bianchi. Vengo accusata di non aver voluto firmare la sfiducia quando la realtà dei fatti dice tutt’altro. È opportuno ricordare che io, a febbraio 2016, ho chiesto a tutti i consiglieri di attivarsi per lo scioglimento del Consiglio così da partecipare alle elezioni amministrative per giugno 2016 (la mia nota è stata diffusa da giornali e testate online). Nessuno ha risposto alla mia istanza. Mi viene da pensare che c’era l’interesse da parte di qualcuno a mantenere in vita il Governo cittadino. Un’ipotesi suffragata anche dai tempi occorsi per redigere una mozione di sfiducia: è bene che si sappia che quest’ultima è stata presentata solamente nell’aprile 2016, ben due mesi dopo la mia proposta di mandare a casa la Giunta”.

I CONTI NON TORNANO Gervasi incalza e puntualizza la sua posizione: “È evidente che i conti non tornano ancora una volta. Amedeo Bianchi dice di aver proposto la mozione di sfiducia nel novembre 2015. Ora, visto che l’ex consigliere ha confermato che tra dicembre e gennaio erano maturati i tempi basilari, quei famosi 2 anni, 6 mesi e un giorno (è tornato sui suoi passi e smentito se stesso!), come faceva già nel novembre a parlare di mozione di sfiducia? E soprattutto perché se di sfiducia se ne parlava già a novembre 2015, la mozione è stata presentata solamente nell’aprile 2016? La mia posizione è sempre stata chiara ed è stata più volte ribadita anche a mezzo stampa. L’8 marzo 2016, infatti, faccio un nuovo comunicato in cui dichiaro apertamente di votare un’eventuale sfiducia, ma a quella data la mozione ancora non era stata presentata. Tra l’altro erano sufficienti 5 firme ed è stata presentata in 8: perché serviva proprio il mio avallo?”.
Insomma quello che la candidata di Cittadini al lavoro lascia intendere è che le logiche probabilmente per arrivare alla sfiducia furono altre. In effetti fu un periodo piuttosto complicato in cui la sensazione fu, una volta formata la cordata FdI – opposizione, che nonostante tutte le motivazioni fornite sull’incapacità di governare e le promesse disattese, per la sfiducia pesarono molti motivi ufficiosi e completamente di natura politica. Quindi il tira e molla, con lo spauracchio della sfiducia con cui di fatto l’ex sindaco, falliti tutti i tentativi di mediazione, fu messo con le spalle al muro.

IL COMMISSARIAMENTO Se la linea della Gervasi fosse passata, si sarebbe con ogni probabilità evitato il commissariamento. Ma oltre Cittadini al lavoro chi era pronto ad andare subito alle elezioni? Forse proprio l’ex sindaco Maurizio Lucci che aveva comunque ancora una squadra. Con un anno di commissariamento i tempi per organizzare coalizioni nuovi movimenti ci sono stati anche se almeno in alcuni casi, la situazione non è semplice nemmeno ora. “Io ho sempre – continua l’ex consigliere – di voler votare la sfiducia e la mia proposta del febbraio 2016 ne è evidenza. Ma è pur vero che per essere votata una sfiducia deve essere presentata, e non solo paventata oralmente. Se avessimo staccato la spina a febbraio – siamo tutti d’accordo che i tempi era maturi, anche quelli legali – avremmo evitato un anno di commissariamento e la città avrebbe potuto avere, di lì a breve, una nuova Amministrazione comunale. Ma evidentemente c’erano altri interessi, che di certo non erano i miei”.

ANCORA SULLE TEMPISTICHE Si torna sulla questione tempistiche, un tema che la candidata affronta in più passaggi per ricostruire ancora una volta quanto accaduto prima della sfiducia. “Inoltre, Amedeo Bianchi parla di 40 giorni per avere certezza del mio voto. Come sono stati determinati questi giorni e su quale base? E che certezza attendeva da una persona che già da due mesi avevo esternato, in maniera esplicita, a più riprese e in varie situazioni, il suo voto favorevole alla sfiducia? Le mie dichiarazioni da novembre 2013 (verbali di consiglio comunale) a gennaio-marzo 2016 (verbali di consiglio comunale e articoli di giornale) sono sparite come per magia? Le accuse che mi rivolge Amedeo Bianchi mi sembrano solo pretestuose. Non volendo più confrontarmi in schermaglie inutili, rilevo che qualsiasi cittadino potrebbe andare sul web e trovare tutti gli articoli di quel periodo che confermano quanto sto dicendo. Io ho fatto lo stesso ed ecco qua…”.
I CONTRASTI CON IL PARTITO DEMOCRATICO In conclusione la candidata interviene sui tempi con cui è maturata la polemica della sfiducia.“Appare anomalo – conclude – che queste affermazioni dell’ex consigliere Amedeo Bianchi sono state fatte dopo quasi un anno e non a marzo 2016. Non voglio pensare che una sterile e infondata polemica sia stata effettuata solo perché io ho declinato l’invito del Partito Democratico per un eventuale accordo elettorale. Sarà sicuramente una coincidenza! Comunque – conclude Gervasi – continuino senza problemi per la loro strada, tanto sono abituata a questi modi di fare. Dopo questa ennesima smentita, però, ritengo di non dover più rispondere all’ex consigliere Amedeo Bianchi, candidato a Sindaco del PD e al PD che lui rappresenta, per eventuali ulteriori dichiarazioni”.