In meno di un mese il comparto della mozzarella di bufala è stato letteralmente travolto dai fatti di cronaca.
Il 6 febbraio l’operazione “Azimut” ha portato al sequestro di beni pari a 2 milioni e 700 mila euro che fanno capo a Giovanni Diana, esponente del clan dei casalesi. Tra le proprietà sottoposte a sequestro anche un’azienda di allevamento di bufale. L’operazione del Ros ha colpito anche Walter Schiavone, figlio del noto “Sandokan”, Francesco Schiavone. A Walter Schiavone secondo l’agenzia ANSA «i magistrati hanno contestato l’associazione mafiosa in quanto, secondo quanto raccontato dai pentiti, imponeva la fornitura di mozzarella di bufala dop prodotta da un caseificio di Casal di Principe a distributori casertani e campani ma anche in altre parti d’Italia”.
Per quanto non si tratti di camorra, come nel caso esposto, anche l’operazione “Aristeo”, ha inferto un brutto colpo al comparto lattiero caseario in particolare ai produttori di mozzarella DOP. Le fiamme gialle il 10 febbraio scorso hanno infatti contestato, in particolare a tre aziende del casertano, i reati di adulterazione del latte utilizzato nel ciclo produttivo, di commercializzazione di prodotti alimentari potenzialmente nocivi per la salute e la contraffazione del marchio D.O.P.
Il Consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana dop che conta al suo interno anche tre soci della provincia di Latina, oltre ad avere produttori che esportano non solo nella provincia pontina, ma in tutt’Italia e all’estero è stato pesantemente colpito da queste vicende e non solo per danni morali ovviamente. Il presidente del consorzio, Domenico Raimondo, di fronte all’operazione Aristeo ha prontamente sottolineato: “L’operazione della Guardia di Finanza di Caserta è la conferma della massima attenzione e vigilanza nel comparto della Mozzarella Campana DOP. Il Consorzio è parte lesa in questa vicenda, difenderemo il buon nome degli associati e la reputazione del prodotto in ogni sede utile. Inoltre, nella prossima seduta del cda sarà valutata la possibilità di espulsione del socio coinvolto”.
Misure dovute che purtroppo non riescono completamente a scardinare un’opinione formata sulla base di attività illecite culminate con interventi delle forze dell’ordine a causa non solo dell’adulterazione del prodotto, ma per lo stretto rapporto esistente tra camorra e mozzarella. Su questo punto è il deputato del movimento 5 Stelle, Massimiliano Bernini, ad intervenire con un’interrogazione parlamentare presentata al Ministro della Giustizia e a quello delle Politiche Agricole per evidenziare alla luce dell’operazione del Ros: “La radicata e ingombrante presenza camorristica nella produzione e nella distribuzione di alcuni settori della filiera bufalina casertana, creando una notevole negativa influenza sul comparto agroindustriale e sulla fiducia dei consumatori italiani ed europei verso un prodotto di eccellenza del made in Italy quale è la mozzarella di bufala” e concludere chiedendo: “Quali iniziative ulteriori, per quanto di competenza, siano allo studio ovvero di attuazione per stroncare la perniciosa influenza della camorra sul comparto bufalino, in particolare per la filiera della mozzarella”.