Si torna a parlare di ambiente e di gestione del territorio a Sabaudia. Questioni complesse e spesso oggetto di polemiche rispetto ad un territorio in cui buona parte dei contenziosi derivano proprio da questioni di natura ambientale ed ovviamente urbanistica. Esistono però anche altre situazioni di cui si parla da anni, se non da decenni e che ancora non trovano soluzione o comunque una risposta che sia esaustiva per chi ne parla. Di che si tratta? Della più recente questione porto di Anzio e di quella più datata legata alla proprietà del lago di Paola.
AMBIENTE E ELEZIONI Con la campagna elettorale alle porte era inevitabile che tali argomenti sarebbero rispuntati fuori. Cavalli di battaglia? Polemiche strumentali? Oppure si sfrutta un particolare momento in cui l’opinione pubblica è più attenta per affrontare queste tematiche? Chissà, comunque il Partito Democratico di interventi a riguardo ne aveva fatti già molti ed ora torna su porto e lago anche in considerazione della posizione assunta negli ultimi giorni sia dal movimento Cambia Sabaudia che dai Verdi.

L’INTERVENTO “I tempestivi interventi – commenta il candidato sindaco del Pd Amedeo Bianchi – di Cambia Sabaudia attraverso il Presidente generale Piccotti e quello di indiscusso prestigio del leader dei verdi On. Bonelli e del responsabile provinciale Libralato, oltre che condivisibili nelle argomentazioni, ci confermano nella bontà di aver scelto tra i punti programmatici prioritari per il rinnovo del consiglio comunale la ferma opposizione in tutte le sedi anche giudiziarie contro il devastante progetto dell’ampliamento del porto di Anzio e la ferma sollecitazione a stato e regione per l’applicazione delle leggi dello Stato, dalla legge Galli al Codice dell’ambiente a quella regionale che recepisce le prime due con un principio ribadito anche dalla Corte Costituzionale, che le acque superficiali e quelle sotterranee costituiscono demanio pubblico alla cui proprietà vanno ricondotte”.
LE TANTE VERITA’ SUL LAGO Va ricordato tuttavia che sulla questione lago e proprietà, oltre alle numerose sentenze che stabiliscono per l’appunto come lo specchio d’acqua sia della famiglia Scalfati, nei mesi scorsi è arrivata in questo senso anche una risposta dal Ministero dell’Ambiente a seguito di una interrogazione parlamentare in cui comunque veniva citata la legge Galli. Ma il Pd è di tutt’altro avviso. “Successivamente – continua Bianchi – al riconoscimento della proprietà pubblica, si deve procedere al regime concessorio verso i privati, come agli Scalfati a Sabaudia (cui deve essere riconosciuto un diritto prioritario) attraverso una soluzione-ponte che garantisca rapidità di transizione della proprietà per un ventaglio di proposte la cui rilevanza economica richiede l’accesso ai fondi strutturali europei ed il connesso impegno degli enti pubblici proponenti. Bisogna porre fine al pilatesco lavarsene le mani tra pubblico e privato, quest’ultimo distintosi per la dissipazione tra eredi dei circa 7 miliardi di lire pagati oltre vent’anni fa dal Comune per indennizzo da inquinamento e che avrebbero dovuto essere vincolati al risanamento proprio come accade anche quando ci sono calamità naturali per la ripresa delle attività produttive”.
LE DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA Per il Pd resta il nodo del risanamento, impossibile senza fondi pubblici che però non arrivano perché si tratta di una proprietà privata. Una situazione probabilmente sbilanciata anche nel momento in cui qualcosa dovesse muoversi parlando di contributi che quindi arriverebbero per risanare sì uno specchio d’acqua che è tra le principali bellezze del territorio, punto di incontro di centinaia di sportivi, ma pur sempre privato e sui cui insistono attività economiche. D’altro canto negli ultimi mesi la stessa proprietà avrebbe avuto non poche difficoltà ad accedere alla documentazione circa la situazione scarichi attorno al lago. Quali impianti sono stati realizzati? Tutte le zone sono coperte? Quale impatto hanno le serre? Domanda a cui comunque una risposta andrebbe data.

UNA CITTA’ TAGLIATA FUORI Il problema negli anni sono stati per i democratici, gli interlocutori sia pubblici che privati perché non hanno saputo fornire risposte adeguate alla città estromessa dal confronto e dalle informazioni. “Siamo determinati – conclude comunque Bianchi – a risolvere il problema alla radice, con il sostegno di parlamentari disponibili, tra cui il senatore Moscardelli, primo presentatore di un’apposita interrogazione, a cui ha risposto un pilatesco Ministro dell’ambiente. E’ l’unico modo di venire a capo di un problema di risanamento igienico sanitario che solleva da tempo immemorabile, ed in crescendo, denunce e proteste puntualmente disattese per l’inadeguatezza degli interlocutori pubblici e privati e permettere, finalmente, che le sue acque diventino di nuovo balneabili, come ricordano i meno giovani in città, ed un nuovo volano per un’economia ecocompatibile”.