Un provvedimento che era stato chiesto ai giudici amministrativi di Latina da Aniello Aprea, del Comitato Samip, da Silverio Salvatore e da Giuseppe Guarino. Secondo il Tar, “da un sommario esame proprio della fase cautelare non si profila il pericolo di pregiudizio grave e irreparabile, posto che il provvedimento è inidoneo a produrre alcun effetto sul procedimento in corso con la conferenza dei servizi”. Eventuali problemi dovranno così essere analizzati in quest’ultima sede.
Una decisione che soddisfa il sindaco di Ponza, Piero Vigorelli. “Le conferenze dei servizi per realizzare i dissalatori a Ponza (ed anche a Ventotene) – ha dichiarato il primo cittadino – possono così andare avanti con tranquillità. E per il bene delle due comunità, che si devono emancipare dalla schiavitù delle bettoline”.
Vigorelli ha poi sostenuto che la “teoria anti dissalatore a Cala dell’Acqua” dei ricorrenti “era fondata su due non-verità”: “Quella che l’area fosse compresa nel SIC (Sito di Interesse Comunitario) e quindi da proteggere, – e quella che sul fondale ci fosse una prateria di posidonia, che è specie protetta. Due balle. Come è stato agevole dimostrare, con i documenti della Regione Lazio e dell’Università La Sapienza di Roma. L’area di Cala dell’Acqua, non essendo SIC e non avendo un fondale con la posidonia, è quella con il minimo impatto ambientale sia per il dissalatore che per il porto turistico. E’ stata scelta proprio per questi motivi. L’Amministrazione non è fatta da dilettanti allo sbaraglio o da ambientalisti a un tanto al chilo. Il dissalatore, con l’acqua prodotta dal nostro mare, a ogni ora del giorno e della notte, con il sole, con la pioggia, con il mare piatto o la burrasca… è l’unica soluzione per avere – sempre – acqua dolce e potabile nella nostra isola. Poi, un giorno, spero – conclude il sindaco – che qualcuno vorrà avere la cortesia di spiegarmi il DNA ambientalista del presidente del Comitato Samip, l’amico Aniello Aprea. Per il dissalatore, ha sparato a zero invocando SIC, tutte le leggi del comprensorio, la posidonia, le bellezze naturali, flora e fauna, essere umani, pesci e animali… Invece, guardate un po’, quando il 6 settembre 2016 sono arrivate in Comune le “osservazioni del Comitato Samip” relative al porto turistico, c’era, fra le tante, una richiesta molto precisa. E aveva la firma di Aniello Aprea. Era la richiesta di sfondare e stravolgere i fondali di Cala dell’Acqua per scavare e costruire un tunnel sottomarino, per collegare la scogliera esterna del porto turistico con quella interna. Un tunnel, si precisava con fare intelligente, da realizzare con strutture trasparenti come in un acquario. Un piccolo tunnel della Manica a Cala dell’Acqua. Alla faccia del rigore ambientalista”.