E’ morto da undici anni ormai, ma di fatto il parroco di una piccola frazione di Minturno originario della Ciociaria, stenta a trovare pace. Il suo nome, assai noto nella comunità per l’impegno profuso sin dal 1950 nella cittadina pontina, viene ripetuto da un decennio in procedimenti giudiziali e ora il suo corpo verrà finanche disseppellito. Riesumazione utile a dare finalmente una conferma a un uomo cresciuto nella sua canonica insieme alla mamma, la perpetua, nella consapevolezza che quel prete fosse suo padre.
Ultima prova disposta dalla magistratura: il Dna. E oggi il giudice civile del tribunale di Cassino, Gabriele Sordi, dopo aver disposto la riesumazione della salma del noto sacerdote, ha dato formalmente incaricato i consulenti tecnici d’ufficio affinchè procedano.
Saranno il genetista Giovanni Neri e il medico legale Lucia Broccoli a svolgere l’esame peritale mediante acquisizione di alcuni reperti del parroco utili ad acquisire il Dna da confrontare con quello del figlio ormai 65enne per confermare definitivamente il legame di sangue tra i due.
Il giudice, come di consueto, dopo aver investito i suoi periti, ha lasciato alle parti la possibilità di nominare consulenti di parte. E sia i legali della parte attorea – il 65enne -, gli avvocati Gianfranco Testa e Alfredo D’Onofrio sia il legale dei resistenti – la sorella e il nipote del parroco – l’avvocato Gildo Ciaraldi si sono riservati.
Di certo il 20 febbraio prossimo alle 15 il parroco verrà disseppellito nel cimitero di Minturno dove verranno svolte le indagini peritali disposte dal magistrato e entro il 31 maggio successivo gli esperti saranno chiamati a presentare una prima bozza della perizia che verrà depositata in forma definitiva nel mese di settembre. E sempre a settembre è stata fissata la nuova udienza che dovrebbe finalmente chiudere una vicenda che se giudizialmente è stata lunga un decennio, per il figlio del parroco (vero o presunto spetta agli esperti ora dare una risposta ndr) dura da 65 anni.
Una ragione di vita per un uomo distinto, affabile ed estremamente cordiale che attraverso questo lungo iter, avviato solo dopo la morte della mamma alla quale non ha voluto provocare ulteriori dolori, finalmente si potrà riappropriare della propria identità. Una identità che troverà conferma anche nell’ufficio anagrafe del Palazzo comunale e, perché no, magari anche nel diritto a ricevere l’eredità del noto parroco di Minturno.