Fondi, quasi sette anni di pena residua: in manette pluripregiudicato. In casa armi e munizioni

AGGIORNAMENTO –  Un arresto in ottemperanza a una disposizione della Corte di Appello di Roma, quello che, pur con qualche difficoltà, mercoledì ha visto finire in manette il 41enne fondano Luca Caporiccio, pluripregiudicato destinatario di un provvedimento restrittivo legato ad residuo di pena di 6 anni e 10 mesi. Ma anche un arresto che, visto il materiale sequestrato dalla polizia una volta rintracciato l’uomo, ha aperto a nuovi accertamenti investigativi.  

Recentemente rigettata l’istanza avanzata contro la revoca della sospensione condizionale della pena, in origine di 13 anni cumulativi per una serie di condanne inflitte in particolare per reati connessi allo spaccio di stupefacenti – è stato tra l’altro fra i coinvolti nell’operazione San Magno –, Caporiccio era al centro di un provvedimento del sostituto procuratore generale capitolino Francesco Piantoni, emesso nella prima mattinata della stessa giornata di mercoledì.


Irreperibile presso il domicilio agli atti delle autorità, il 41enne operaio è stato formalmente latitante per qualche ora, col sospetto che si stesse organizzando per allontanarsi dalla Piana, salvo essere scovato nel primo pomeriggio presso una piccola ed isolata abitazione di via Guado, nell’area litoranea della città. A rintracciarlo, al termine di una veloce attività investigativa, gli agenti del Commissariato locale. Che però per far scattare le manette hanno faticato non poco: protetto da una porta blindata, il destinatario del provvedimento d’arresto non voleva saperne di uscire di casa. Almeno all’inizio. Ha aperto agli agenti soltanto dopo una trattativa, quando gli è stato paventato l’intervento, ariete alla mano, dei vigili del fuoco.

Data esecuzione al provvedimento di carcerazione emesso dalla Corte di Appello, Caporiccio è stato quindi condotto in Commissariato per il foto-segnalamento e le altre formalità di rito, venendo di seguito associato al carcere di Latina. Sei anni e dieci mesi di reclusione, la pena residua che dovrà scontare, accompagnata da una pena pecuniaria di circa 36mila euro.

Fin qui la parte dell’operazione di routine. Nella contestuale perquisizione sono stati rinvenuti e sequestrati un fucile da caccia con matricola abrasa, su cui sono in corso accertamenti e che varrà al 41enne un secondo provvedimento, due fucili a piombini con annesso cannocchiale e delle munizioni. Materiale a cui si aggiungono, tra l’altro, diversi telefonini, un hard disk, uno scanner ed alcuni orologi. Abbastanza per spingere gli uomini del vicequestore Massimo Mazio ad avviare ulteriori indagini, per adesso portate avanti nel massimo riserbo.