Tragedia ad Atena Lucana, camonista di Formia rischia condanna a 18 anni

Procura della Repubblica di Lagonegro

La Procura della Repubblica di Lagonegro ha inviato un’informazione di garanzia all’autotrasportatore formiano protagonista del sinistro frontale avvenuto il 23 dicembre ad Atena Lucana nel quale hanno perso la vita tre persone che viaggiavano a bordo di una Renault Scenic: Serafino Cicchetti, 62 anni geometra, Tonino Petrone, manovale, ed Antonio Schettino, operaio, entrambi di 46 anni, tutti di Atena Lucana.

L’autotrasportatore formiano, che attualmente risulta indagato a piede libero per omicidio stradale colposo plurimo aggravato, è prevista una pena che può arrivare fino ad un massimo di 18 anni di reclusione, ha affidato la difesa agli avvocati Gianluca De Meo e Giuseppe Cece, entrambi del Foro di Cassino. Nella giornata del 27 dicembre è previsto l’esame autoptico sul conducente dell’autovettura a bordo della quale viaggiavano le vittime.


Gianluca De Meo
Gianluca De Meo

La difesa dell’indagato, proprio in queste ore, sta valutando l’ipotesi di provvedere a formulare riserva di incidente probatorio relativo all’espletamento dell’autopsia, al fine di veder pienamente assicurato il contraddittorio in tale accertamento tecnico, il quale comunque da solo non riuscirà a chiarire i contorni della tragica vicenda.

L’uomo di Formia, che versa in stato di profondo shock emotivo e straziato per quanto accaduto, per il tramite dei propri legali esprime profondo cordoglio e solidarietà alla famiglia delle vittime, respingendo nel contempo ogni accusa e parlando dell’incidente occorsogli in termini di tragica fatalità. Lo stesso trasportatore ha cercato nell’immediatezza di prestare i primi soccorsi rendendosi purtroppo conto che per i tre non vi era più nulla da fare.

Giuseppe Cece
Giuseppe Cece

Sono ancora da accertare le cause e la dinamica del sinistro mortale, su di una strada ad alta incidentalità, che però il conducente formiano conosceva piuttosto bene per averla percorsa svariate volte, svolgendo da anni l’attività lavorativa di trasportatore.

Per gli avvocati difensori: “Che allo stato degli atti il nostro assistito risulti indagato è un atto dovuto e speriamo che quanto prima si possano chiarire le cause di quello che attualmente appare un tragico evento”.