L’impianto che dovrebbe far uscire Ponza dall’emergenza idrica rischia di portare più danni che benefici all’isola. Questa la convinzione del comitato di quartiere Samip 2012 e della sezione Isde, associazione italiana medici per l’ambiente, che hanno impugnato al Tar l’ordinanza con cui il sindaco Piero Vigorelli ha imposto l’immediata realizzazione di un dissalatore mobile in località Cala dell’Acqua.
Il provvedimento, firmato dal primo cittadino il 12 ottobre scorso, doveva essere la soluzione alla fine della dipendenza dei ponzesi dalle navi cisterna, considerando gli enormi disagi dell’estate scorsa e i rubinetti perennemente a secco. Per le due associazioni però, rappresentate da Aniello Aprea e Silverio Salvatore Giuseppe Guarino, Vigorelli non avrebbe potuto emettere un’ordinanza del genere e il dissalatore denominato Skid, che Acqualatina sta realizzando, avrebbe un impatto estremamente negativo sull’ambiente, sui fondali, sulla flora e sulla fauna marine, in particolare sulle praterie di posidonia, considerando soprattutto le acque di scarico.
L’impianto, dal costo stimato di oltre un milione di euro, viene inoltre contestato sul fronte urbanistico. Definendo l’ordinanza emessa dal Sindaco provvedimento “abnorme, illegittimo, infondato e forse perfino illecito”, il comitato Samip e l’Isde hanno così chiesto al Tar di Latina di sospenderlo subito per poi, una volta esaminato il ricorso nel merito, annullarlo.