“La lotta per riavere funzionante la stazione ferroviaria e quindi il collegamento diretto con la Capitale d’Italia prende sempre più una piega negativa. Come non è esaltante la vicenda che lega la perniciosa operazione che portano avanti i manovratori della sanità provinciale e regionale sull’offerta dei servizi dell’ospedale “Fiorini”. Nosocomio sempre meno considerato da chi in questi anni sta prendendo amare decisioni sulla pelle dell’utenza terracinese”.

La pensa così Gina Cetrone, Movimento politico Sì Cambia.
“E’ chiaro – prosegue – che non c’è alcuna voglia di innescare una battaglia egoistica o di campanile con altre realtà a noi vicine, ma il tracollo evidente a Terracina si misura di pari passo con l’incapacità di recitare un ruolo attivo della politica municipale sul palcoscenico regionale. Per questo fa tenerezza leggere di continue missioni romane tese a smuovere le “coscienze” di chi detiene le leve delle decisioni: per i lavori al Monte Cucca e della riattivazione della ferrovia, o per far cambiare idea al commissario straordinario dell’Asl Latina sul piano aziendale, che difficilmente modificherà.
Non è il mio un ragionamento volto al pessimismo, ma è soltanto una chiara visione di quanto fino ad oggi è successo, considerando il ripetersi di viaggi inutili e in qualche occasione anche controproducenti. Non ho neanche intenzione di ricordare degli abusati slogan, dove si voleva la comunità locale capace di bastare a se stessa per superare ogni difficoltà. All’epoca si propagandava con fierezza la più orgogliosa autarchia che a oggi non sta portando alcun beneficio tangibile.
Pensate che a parlare con i dirigenti regionali e di RFI per la vicenda Monte Cucca e ferrovia c’è andato e ci andrà ancora lunedì prossimo il Primo cittadino, un suo Assessore e un Presidente di un’associazione locale. Ad attendere questa comitiva la scorsa settimana in via della Pisana c’era in supporto anche un Consigliere regionale, di sinistra. Encomiabile il raggruppamento che si sta costruendo per la soluzione dei temi sul tappeto della discussione.
Non vi pare? Ma può mai essere che un così inconsistente schieramento sia capace di conferire una svolta positiva alle gravose questioni? E non si spiega neanche il perché la rappresentanza politica regionale, che fa riferimento al partito del Sindaco, alla Consigliera terracinese e dei Consiglieri di altre formazioni politiche che rappresentano alla Pisana la provincia di Latina, non siano stati minimamente coinvolti. Eppure costatiamo la trasversalità e la pluralità dei facilitatori in campo. Un mistero nel mistero. Sembra quasi che si voglia fare meno rumore possibile o forse la “truppa” e chi la dirige sa di non essere in grado di tirare fuori il famoso ragno dal buco.
Rimango dell’avviso che se si vogliono ottenere risultati importanti dall’azione politica, c’è sì da mediare, essere pazienti, coinvolgere un fronte più ampio possibile di soggetti utili, ma considerati i risultati da 4 anni a questa parte forse c’è anche bisogno di gridare forte il disagio e i diritti che la comunità sta perdendo, ponendo davanti alle proprie responsabilità chi sta scientemente perdendo tempo. Se il tratto ferroviario terracinese è considerato un “ramo secco” RFI lo deve dire a chiare lettere, oggi, subito e non tra altri 4 anni. Se la regione Lazio non ha alcun interesse a mettere in sicurezza il Monte Cucca, lo deve comunicare ai terracinesi e alle popolazioni che vivono vicino alla franosa montagna, oggi, subito e non tra altri 4 anni.
Se il Commissario straordinario dell’Asl pontina vuole continuare a fare gioco delle tre carte, lo faccia pure, ma non con il destino dei 150 mila cittadini del Distretto di Centro. E se continuano a fare orecchie da mercante l’unico sistema serio per il ripristino dei diritti violati è la mobilitazione del “Popolo Sovrano Terracinese””.